Impossibile per i medici prescrittori garantire continuità terapeutica ai pazienti.
La denuncia di Rete a Sinistra e LiberaMente Liguria
Genova – Come riportato da Savona News Il gruppo consiliare di opposizione Rete a Sinistra & LiberaMente Liguria, ha presentato una interrogazione urgente all’assessore Sonia Viale, vicepresidente ed assessore alla Sanità, alle Politiche Sociali, e alla Sicurezza della Regione Liguria nella giunta di Giovanni Toti. “Ci chiediamo: l’assessore è consapevole della situazione in corso? Ha intenzione di intervenire per assicurare alla Liguria un congruo approvvigionamento, mediante un rapporto diretto con i Governo per sollecitare l’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze, o attraverso la stipula di accordi con le multinazionali produttrici? Non ci daremo per vinti. Continueremo a batterci finché il sistema sanitario non riuscirà a sanare le storture che hanno contraddistinto l’accesso alle terapie in tutti questi anni. Va riconosciuto a centinaia di pazienti liguri il diritto di essere curati con le terapie loro prescritte”. E ancora: “Dove sono le convenzioni con le farmacie, che potrebbero sicuramente mitigare le difficoltà di reperimento delle cure e quindi contenere la necessità di gravosi spostamenti nella regione? Che senso ha organizzare un corso per farmacisti preparatori e poi non attivare le convenzioni? Perché Alisa (il sistema sanitario Regione Liguria) non ha organizzato un corso di formazione per i medici prescrittori, analogamente a quello dedicato ai farmacisti?”, concludono Pastorino e Battistini, presidente e vicepresidente del gruppo consiliare.
Il messaggio del paziente del dott. Marco Bertolotto
Anche dott. Marco Bertolotto, direttore S.C. “Centro di Terapia del Dolore e Cure Palliative” presso ASL 2 Savonese, Regione Liguria ha denunciato con un post su Facebook la mancanza di cannabis terapeutica nella Regione, riportando un messaggio inviatogli da un paziente. “Qualcuno ha la possibilità di far arrivare questo messaggio al Presidente Toti e all’Assessore Viale della Regione Liguria? È quanto mi ha scritto stamani un paziente, che non potendo comprarsi la cannabis, è costretto a rimanere senza terapia”.
Ecco il messaggio del paziente indirizzato al dott. Marco Bertolotto:
Buongiorno Dottore,
nonostante gli sforzi questo mese non riuscirò ad acquistare la terapia privatamente. Nell’ultima settimana il dolore praticamente non si è mai fermato, ho dormito meno di 20 ore ed evito crisi peggiori, quelle che definisco agonia, solo costringendomi al buio tutto il giorno, non riuscendo a fare assolutamente nulla, non guardare la tv, non leggere un libro, solo resistere al male, tenere gli occhi chiusi il più possibile e sperare che il dolore non peggiori. A volte rimpiango i momenti in cui ignoravo l’esistenza e l’efficacia della cannabis terapeutica: avere una soluzione, almeno per il dolore, e non poterci accedere è quasi peggio di non avere una soluzione. Mi perdoni lo sfogo, più il tempo passa più vedo la mia situazione peggiorare e la qualità della mia vita precipitare in un abisso da dove non vedo possibilità d’uscita.
La lettera di Viale e Toti alla ministra Giulia Grillo
Il giorno successivo, il 16 giugno, Viale e Toti hanno inviato una lettera alla ministra della Salute Giulia Grillo chiedendo risposte concrete per chiedere il reintegro delle scorte di cannabis della Regione, ormai ridotte ai minimi termini, come riportato da varie testate giornalistiche online. “La persistente penuria di cannabis sta determinando nella nostra Regione disagio nei pazienti. La sufficiente disponibilita’ del prodotto rappresenta un elemento fondamentale: per questo si richiede un suo sollecito e autorevole intervento”, si legge nella lettera firmata da Viali e Toti. Entrambi ricordano che la Liguria è stata tra le prime Regioni a promulgare provvedimenti per favorire l’accesso alla cannabis e ha attivato un percorso finalizzato a promuovere l’uso garantendo appropriatezza prescrittiva, qualità del prodotto e appropriatezza erogativa.
Carenza di cannabis terapeutica
La carenza di cannabis terapeutica non è un nuovo fenomeno in Italia. La sola produzione interna, affidata allo Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze, non riesce a soddisfare il fabbisogno dei pazienti che si curano con la cannabis. Anche per questo motivo, il Ministero della Difesa, che controlla lo Stabilimento di Firenze, aveva indetto una gara per la fornitura di 400 kg di cannabis terapeutica, poi vinta dalla società canadese Aurora che per in Europa sotto il nome di Aurora Deutschland.