In Emilia Romagna è stata approvata una risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi in sede di Conferenza Stato-Regioni per implementare azioni coerenti per non ostacolare il settore della canapa.
Il 17 settembre la giunta della Regione Emilia Romagna ha approvato una mozione al fine di promuovere la coltivazione e la filiera agroindustriale della canapa, in particolare sollecitando la definizione della norma che definisca i massimi residui di THC negli alimenti, nonché garantendo continuità e coerenza normativa alla filiera del prodotto (dalla coltivazione alla produzione alla commercializzazione). L’iniziativa proviene da Silvia Prodi del gruppo Misto e da Igor Taruffi e Yuri Torri di Sinistra italiana, che avevano presentato la mozione a giugno di quest’anno.
La risoluzione prende le mosse dal contrasto giurisprudenziale che ha portato al recente pronunciamento delle Sezioni unite della Cassazione, evidenziando un vuoto legislativo nella commercializzazione della cannabis light. L’atto d’indirizzo è stato approvato col voto favorevole dal Partito Democratico, gruppo Misto, Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle, mentre hanno espresso voto contrario della Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Puoi leggere il testo della risoluzione qui.
Nel promuovere questa iniziativa, Silvia Prodi ha richiamato l’articolo 8 della legge n. 242/2016, che permette alle regioni di “promuovere azioni di formazione in favore di coloro che operano nella filiera della canapa e diffondono, attraverso specifici canali informativi, la conoscenza delle proprietà della canapa e dei suoi utilizzi nel campo agronomico, agroindustriale, nutraceutico, della bioedilizia, della biocomponentistica e del confezionamento”. Inoltre, il testo della risoluzione richiama anche l’Articolo 5, il quale prevede che, il Ministro della salute, definisca i livelli massimi di residui di THC ammessi negli alimenti. Ad oggi però, il Ministero non ha ancora definito tali livelli massimi, sebbene sia presente online una bozza del decreto ministeriale che definisce i livelli di THC negli alimenti.
Infine, l’atto di indirizzo politico impegna il Presidente della Regione e la giunta ad attivarsi immediatamente in sede di Conferenza Stato Regioni per implementare azioni coerenti con l’articolo 8 della legge 242/2016, in particolare sollecitando la definizione della norma che definisca i massimi residui di THC negli alimenti come previsto all’articolo 5e garantendo la continuità e coerenza normativa della filiera del prodotto, dalla coltivazione alla produzione alla commercializzazione, affinché non si producano contrasti giurisprudenziali il cui uso strumentale vada a detrimento di un comparto in rapida ascesa con forti prospettive occupazionali ed ambientali.
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