Una risoluzione della Commissione Agricoltura chiede al Governo di disciplinare la cessione di biomassa di canapa.
Il 25 settembre la XIII Commissione Agricoltura della Camera ha reso nota una risoluzione volta a disciplinare la cessione di biomassa di canapa, che vede come prima firmataria Chiara Gagnarli del Movimento 5 Stelle (M5S). Nel testo si legge che la commissione chiede al Governo di “disciplinare la cessione di biomassa di canapa, intesa come materia prima composta da parti vegetative aeree, ivi compresi, steli, canapulo, fibra, semi, foglie, fiori e/o infiorescenze, identificabili o che, nel complesso, ne consentono l’identificabilità nello stato stabilizzato di presentazione – biomassa secca con umidità inferiore al 12 per cento – a fini estrattivi per le aziende che dispongano dei necessari requisiti di legge”.
Inoltre, la risoluzione chiede al Governo di adottare iniziative per inserire la cannabis sativa, in tutte le sue parti, nell’elenco delle piante officinali, di attuare urgentemente la previsione finanziaria di cui all’articolo 6 della legge n. 242 del 2016 e a valutare la possibilità di stanziare ulteriori risorse finalizzate alla realizzazione di progetti di promozione dell’economia circolare e di incentivare la sperimentazione di nuove varietà di canapa per la costituzione di poli sementieri a garanzia della qualità e della tipicità italiana delle varietà selezionate.
Le Reazioni
Pur riconoscendo l’iniziativa propositiva della risoluzione, Federcanapa ne critica i limiti. In un comunicato stampa pubblicato il 27 settembre, la federazione italiana della canapa rende noto che questa risoluzione “risulta troppo limitativa per quanto riguarda il conferimento di biomassa solo alle aziende che fanno estrazione di princìpi attivi. Se si vogliono superare definitivamente gli equivoci della normativa e dare nuovo impulso alla filiera, è fondamentale chiarire che è lecito il conferimento della canapa raccolta in forma di biomassa trinciata ed essiccata – fiori, foglie e resine comprese – per la realizzazione di preparati in tutti i settori previsti dalla legge sulla canapa industriale (242/2016), compresi l’alimentare e la cosmesi”.
La stessa criticità della risoluzione è stata toccata anche dall’associazione culturale Gli Amici di Nonna Canapa. In un comunicato pubblicato anch’esso il 27 settembre, l’associazione rileva che “stiamo passando dal non avere nessuna menzione del fiore all’averlo con una unica destinazione specifica a fini estrattivi e questo è inaccettabile! Sarebbe come chiedere ad un viticoltore di dover vendere la sua uva solo ad aziende che la trasformano in vino o aceto, o ad un frutticoltore di conferire solo a chi trasforma marmellate! Non stiamo risolvendo l’annoso problema della commercializzazione al pubblico del fiore”.
Pur essendo concordi sugli altri impegni presenti nella risoluzione, le associazioni di settore sono critiche nei confronti della risoluzione per quanto riguarda la destinazione d’uso limitativa del fiore. Le destinazione d’uso del fiore infatti, è ancora un argomento sul quale le istanze del settore non riescono a trovare un punto di incontro con la proposta politica.