Federcanapa, Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) e Confagricoltura hanno consegnato al Ministero della Salute una lettera congiunta sulle principali problematiche della canapa industriale.
Le associazioni fanno notare come alla canapa siano state destinate solo poche migliaia di ettari e sono di fatto assenti realtà industriali legate alle filiere. Inoltre, si evidenzia come questa pianta sia storicamente sottoposta a un doppio regime legislativo: da una parte ne rende lecita la coltivazione, trasformazione e commercializzazione a usi industriali, ma dall’altra espone queste stesse attività a rischi penali.
Inoltre, la sentenza del 30 maggio 2019 relativa liceità della commercializzazione dei prodotti relativi alla cannabis light, ha aumentato lo stato di incertezza che danneggia notevolmente una filiera agricola e industriale nascente. Per questo, le associazioni di categoria hanno stilato alcune richieste per superare tali impedimenti, che riportiamo qui di seguito:
- integrazione al Testo Unico sugli Stupefacenti, rendendo lecito l’uso della cannabis e dei suoi derivati con un livello di THC minore dello 0.2%;
- riconoscimento della possibilità di impiego del CBD nei prodotti per cosmesi e nelle preparazioni alimentari;
- regolamentazione, a livello nazionale, dell’utilizzo di tutte le parti della pianta (semi, fiori, foglie) e dei loro derivati (farine, oli, estratti di CBD) nella produzione di alimenti, integratori alimentari, prodotti erboristici (tisane) e nutraceutici, nonché nelle bevande (alcoliche e non alcoliche);
- emanazione rapida della tabella sui limiti del THC negli alimenti, allineandosi alle proposte in discussione a livello europeo, attualmente allo studio dell’EFSA;
- intervento presso la Commissione Europea affinché vengano inseriti nella CosIng List tutte le parti della pianta, CBD incluso.
Nella lettera, le associazioni hanno ribadito alcuni concetti già espressi durante l’audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati il 15 ottobre 2019. In quell’occasione, Assocanapa, Federcanapa e Canapa Cativa Italia, erano intervenuti nell’ambito della discussione della risoluzione sulle iniziative concernenti l’uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa, poi approvata.
Il Ministero sul THC negli alimenti
Una risposta sui livelli di THC negli alimenti era già arrivata dal Ministero della Salute durante il ciclo delle audizioni. Il, 5 novembre infatti, erano stati ascoltati anche i rappresentanti della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute, nell’ambito della discussione congiunta delle risoluzioni in materia di iniziative concernenti l’uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa.
La dott.ssa Gaetana Ferri, direttrice generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, aveva dichiarato che l’iter del decreto che deve fissare i limiti massimi di residui del THC negli alimenti è in corso e aveva ribadito che il limite in questo momento è zero. “Quando il decreto avrà completato il suo iter usciremo con dei nostri limiti su semi, farine e olio, e speriamo di incidere anche a livello comunitario nei lavori con la Commissione europea”.
Guarda l’audizione integrale della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati