Nella notte di mercoledì 11 dicembre la Commissione Bilancio del Senato ha approvato un subemendamento che tassa la coltivazione e commercializzazione di biomassa di canapa e infiorescenze. Ecco cosa cambierebbe dal 1 gennaio 2020.
A darne l’annuncio su Facebook sono stati i senatori del M5S Francesco Mollame e Matteo Mantero, entrambi firmatari degli emendamenti. “Ragazzi ce l’abbiamo fatta! È stata un’opera di convincimento di quasi due settimane e ci sono volute 15 ore di fila, solo questa notte in commissione bilancio, ma alla fine, grazie al lavoro svolto insieme al collega e amico Francesco Mollame, poco fa abbiamo approvato uno dei nostri emendamenti sulla canapa industriale,” racconta Mantero su Facebook. “Norme più sicure per chi lavora, per chi investe e per i consumatori. Per un’economia sempre più GREEN”, annuncia Francesco Mollame.
Il testo approvato sancisce la liceità alla commercializzazione delle infiorescenze di cannabis light e derivati con un livello massimo di THC dello 0.5% e colma il vuoto legislativo della legge n. 242/2016, andandola a modificare. Vediamo come.
Il subemendamento in sintesi
- a decorrere dal giorno 1/01/2020, la biomassa di canapa è sottoposta ad imposta di fabbricazione applicando al prezzo di vendita le aliquote percentuali in misura pari 12,00 euro per mille chilogrammi, per ogni punto percentuale (% p/p) di cannabidiolo (CBD) presente nella biomassa. Tuttavia, non si applica a semi, fibra o canapulo di canapa;
- i soggetti coinvolti sono obbligati al pagamento dell’imposta devono essere muniti di una licenza fiscale, che li identifica, rilasciata dal competente Ufficio dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Gli stessi soggetti sono tenuti al pagamento annuale di 258,00 euro;
- è stata inserita la vendita di qualsiasi parte della pianta, compresi i fiori, le foglie, le radici e le resine all’interno della legge n. 242/2016;
- il livello di THC dei prodotti a base di cannabis non devono superare il livello dello 0.5%.
Il subemendamento modifica la legge sulla promozione della filiera della canapa agroindustriale (L. n.242/2016) e il testo unico sulle sostanze stupefacenti (DPR n.309/90). Nello specifico, il subemendamento modifica il testo unico sulle sostanze stupefacenti escludendo la cannabis con un tenore di THC uguale o inferiore allo 0.5% dalla Tabella II del testo unico dedicato alla cannabis. Per quanto riguarda la modifica alla legge n. 242/2016, si inserisce la vendita come una delle sue finalità e si rendono leciti i preparati contenenti CBD (nel rispetto del testo unico sugli stupefacenti) e l’uso della canapa (in forma essiccata, fresca, trinciata o pellettizzata) per fini commerciali, a patto che il contenuto del THC non superi il livello dello 0.5%.
Approfondimenti
- In cosa consistevano i primi due emendamenti proposti a novembre 2019?
- Perché gli emendamenti erano stati ritirati?
- Gli emendamenti ritornano in commissione + intervista a Matteo Mantero
L’iter legislativo
Il subemendamento approvato nella nottata è stato il frutto del lavoro di Francesco Mollame e Matteo Montero (M5S), Daniela Sbrollini (Italia Viva), Monica Cirinnà (PD), Loredana De Petris e Paula Nugnes (LeU) ed ès stato inserito nel maxi emendamento su cui verrà posta la fiducia. Successivamente, arriverà alla Camera dei Deputati, dove non potrà più essere modificato. La manovra finanziaria dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2019.