Le associazioni e i commercianti del settore hanno espresso delusione e rabbia a seguito della cancellazione del subemendamento sulla canapa industriale. Vediamo le reazioni.
“Sinceramente non mi aspettavo la cancellazione di questo emendamento all’ultimo”, ha affermato il senatore del M5S Matteo Mantero, poche ore dopo la decisione della presidente del Senato Casellati di espungere (cancellare) il subemendamento sulla canapa industriale inserito nella Legge di Bilancio. Nonostante questo, Mantero ammette la correttezza del giudizio della Presidente dal punto di vista tecnico, ma secondo il senatore del M5S, tale giudizio sarebbe stato influenzato dalle pressioni della sua parte politica di centro-destra.
“La parte ordinamentale del nostro emendamento era propedeutica alla tassazione. Dal punto di vista tecnico, il giudizio della Presidente Casellati può anche essere corretto. È chiaro che lei ha scelto su quali emendamenti applicare maglie così strette e in questo caso la scelta di applicarle sull’emendamento sulla canapa industriale è data dalla spinta della sua parte politica. Il problema dell’emendamento sono state le modifiche riguardanti la legge sulla canapa industriale e quella sul Testo Unico delle sostanze stupefacenti. Escludendo queste due modifiche, la Presidente ha fatto cadere anche la parte riguardante la tassazione. Tuttavia, il presidente della Commissione Bilancio aveva dichiarato questo emendamento ammissibile, quindi la presidente del Senato avrebbe potuto adeguarsi”.
Sulla questione della pressione politica, anche Federcanapa è dello stesso parere. In un comunicato stampa, si legge che “tale decisione sia fondata su ragioni prettamente politiche, dal momento che l’emendamento era assolutamente attinente alla materia del bilancio, rispondendo alle esigenze produttive e finanziarie di un intero comparto agro-industriale”. Anche secondo l’associazione Canapa Sativa Italia “l’azione della Presidente Casellati a nostro avviso ha avuto una caratterizzazione marcatamente politica e non solo tecnica, non scevra di influenze di esponenti politici che hanno dimostrato, sia in aula sia nelle piazze, quanto può essere confusa e strumentale un’opposizione non obiettiva, non informata, prevenuta e tendenziosa”.
Il deputato di + Europa Riccardo Magi ha dichiarato che la decisione presa dalla presidente Casellati è stata gravissima, da una parte perché la norma avrebbe dato sicurezza ai produttori e ai commercianti di prodotti a base di cannabis e dallìaltra, perché l’ammissibilità della norma sarebbe stata già dichiarata ammissibile dalla Commissione Bilancio del Senato. Inoltre, Magi lamenta il fatto che tale norma non sia stata difesa abbastanza dalla maggioranza, escludendo gli interventi dei senatori del M5S. “Il governo non aveva quantificato i benefici di maggiori entrate che potevano esserci”, ha dichiarato durante una diretta su Facebook.
L’emendamento ha nuovamente bloccato un settore che si era già arrestato a seguito della sentenza del 30 maggio e che continua a vivere nell’incertezza normativa e in un continuo stato di rischio dal punto di vista legale.. Attualmente, sono presenti circa 3000 aziende che hanno dato lavoro a 12 mila persone. Secondo la Coldiretti, il boom della cannabis legale ha incrementato la coltivazione da 400 ettari nel 2013 a 4000 ettari nel 2018. Uno studio di fattibilità condotto dal ricercatore italiano Davide Fortin ha mostrato come il mercato della cannabis potrebbe generare un introito di almeno 44 milioni di euro all’anno e creare un’occupazione di quasi 1000 persone.