Il Ministero della Salute ha pubblicato un decreto sui limiti del THC negli alimenti.
Con il decreto del 4 novembre 2019, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 15 gennaio 2020, il Ministero della Salute ha definito i livelli massimi di tetraidrocannabinolo (THC) negli alimenti. Tale decreto era atteso dall’entrate in vigore della legge sulla filiera della canapa agroindustriale n. 242/2016 che, all’articolo 5, delegava al Ministero, la definizione, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, dei livelli massimi di residui di THC ammessi negli alimenti.
Il limite massimo di THC per i semi di cannabis sativa, la farina ottenuta da semi e gli integratori contenenti alimenti derivati è di 2 mg/kg, mentre per l’olio ottenuto da semi è di 5 mg/kg (allegato 2 del decreto).
Il decreto definisce anche quelli sono gli alimenti derivanti da canapa: semi, farina ottenuta dai semi e olio ottenuto dai semi.
Il commento di Coldiretti
Una delle prime associazioni a commentare il decreto è stata Coldiretti. “L’attesa pubblicazione in Gazzetta fa chiarezza su un settore che negli ultimi anni ha visto un vero e proprio boom, dai biscotti e dai taralli al pane, dalla farina di all’olio, ma c’è anche chi la usa per produrre ricotta, tofu e una gustosa bevanda vegana, oltre che la birra”, si legge in una nota dell’associazione .”Serve ora – continua la nota – un analogo intervento legislativo per regolamentare una volta per tutte anche il settore che coinvolge la commercializzazione dei derivati della cannabis sativa nel rispetto dei principi costituzionali e convenzionali, dopo la sentenza restrittiva emessa a fine maggio dalle Sezioni Unite della Cassazione sui limiti della legge 242 del 2016″.
Immagine di copertina: blog.funpot.ca
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