La startup di divulgazione scientifica sulla cannabis medica e sul sistema endocannabinoide
La formazione di medici, farmacisti e personale ospedaliero è fondamentale per la somministrazione di cannabis medica ai pazienti. Come abbiamo visto nell’inchiesta uscita sul primo numero dell’edizione italiana di Weed World, alla mancanza di cannabis terapeutica per il soddisfacimento della richiesta dei pazienti, si aggiunge anche il fatto che non tutti i medici sono formati per curare i pazienti con la cannabis medica.
L’Italia gode di una delle leggi migliori in Europa per la somministrazione di farmaci a base di cannabinoidi poiché permette la prescrizione di cannabis medica per tutte le patologie per le quali vi siano sufficienti evidenze in letteratura scientifica per giustificarne l’impiego. Considerato il vuoto formativo presente nelle università sulla cannabis medica, la dottoressa Viola Brugnatelli, neuroscienziata e ricercatrice, ha fondato una startup con il direttore operativo Andrea Cristofoletto: Cannabiscienza, nata per colmare questo vuoto unendo scienziati che contribuiscono alla formazione di chi vuole approfondire la cura del paziente con la cannabis medica.
Abbiamo intervistato la CEO di Cannabiscienza Viola Brugnatelli e il direttore operativo Andrea Cristofoletto per capire cosa li ha spinti ad avviare questa startup e scoprire che cosa offrono.
Cosa è Cannabiscienza e com’è nata questa startup?
Cannabiscienza nasce ufficialmente nel novembre 2018 dalla necessità di unire vari mondi scientifici. Veniamo dall’esperienza di una startup irlandese di medicina alternativa dove trattavamo anche l’argomento cannabis (Nature Going Smart, ndr). Grazie alla conduzione di un master sulla cannabis medica presso l’università di Padova, che ci ha riportati in Italia, abbiamo pensato che il nostro Paese avesse bisogno di una formazione dedicata alla cannabis, perché c’era un aumento della richiesta formativa su questo tema. I primi passi nel mondo della cannabis medicinale vengono dallo studio del sistema endocannabinoide.
Avete riscontrato qualche difficoltà nell’avviare una startup nel settore della cannabis in Italia?
Avviare una startup nel settore cannabis è difficile, anche per quanto riguarda la promozione online. Dal punto di vista del riconoscimento istituzionale ci sono state grandi soddisfazioni. Quando abbiamo condiviso l’iniziativa con vari enti ed università come il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’Università degli Studi di Milano, hanno avallato con piacere il nostro progetto dal punto di vista scientifico. Per quanto riguarda la comunicazione, la parola “cannabis” soffre di forti restrizioni dal punto di vista digitale e per una startup che si chiama Cannabiscienza è un grosso limite. Il nostro obiettivo però, è anche quello di cambiare culturalmente la percezione che si ha di questa pianta.
Qual è la vostra offerta formativa?
L’offerta formativa di Cannabiscienza si basa attualmente su tre corsi. Il primo tratta il sistema endocannabinoide. Conoscerlo è essenziale per iniziare una terapia a base di cannabinoidi. Le informazioni presentate in questo corso permettono di comprendere la complessità della fisiologia umana e sono caldamente consigliate a tutti i medici che intendono prescrivere cannabis medica e ai farmacisti che vogliono a prepararla. Il corso risulta inoltre particolarmente adatto a studenti di farmacologia e neuroscienze e si rivolge principalmente a medici ma anche a farmacisti e biologi. Inoltre, abbiamo anche parecchi pazienti che seguono quel corso.
Il secondo corso è quello sulla cannabis medica. Questo corso è destinato ai medici e agli studenti che hanno difficoltà nel trovare tempo, strumenti per restare al passo con gli avanzamenti scientifici e le nuove opportunità di cura che il sistema legislativo italiano permette, ma anche ai pazienti o familiari che intendono avvicinarsi alla cannabis medica. Infine anche alle aziende che lavorano nel settore e necessitano di formare il proprio personale.
Il terzo e ultimo corso invece, si chiama “Cannabis Medica per Farmacia e Industria”. È un corso avanzato e richiede un test d’ingresso per accedervi. Il corso è rivolto ai farmacisti galenisti intenzionati ad ampliare il ventaglio di servizi offerti dalla propria farmacia, agli imprenditori interessati a differenziare i propri prodotti nel mercato attraverso un innalzamento degli standard qualitativi del processo manifatturiero e agli studenti di farmacologia, biologia e chimica al fine di integrare la propria formazione.
Ci sono altri servizi che offrite?
Supporto e networking sono dei servizi nascosti che diamo quotidianamente. Abbiamo una rete di professionisti valida per mettere in contatto pazienti. Ci sono associazioni di pazienti con cui abbiamo ottimi rapporti e ai pazienti diamo uno sconto del 60% sui nostri corsi. È una via privilegiata perché non è una loro scelta avere a che fare con la cannabis, è un loro diritto. Oltre all’e-learning, offriamo una bacheca lavoro per permette ai professionisti che hanno appena conseguito formazione sulla cannabis di mettersi in contatto con aziende che cercano personale formato nel settore. Organizziamo anche eventi di educazione continua in medicina (ECM), ossia lezioni frontali presso università, cliniche e ordine dei medici. Inoltre, offriamo anche consulenze scientifiche personalizzate ad aziende e singoli professionisti e pubblicazioni scientifiche con aggiornamenti settimanali gratuiti redatti dagli scienziati del settore. I corsi online sono scontati sia per pazienti che per studenti.
Qual è stato il riscontro delle persone che hanno partecipato ai vostri corsi?
La risposta è stata ottima. Stiamo facendo da ponte per permettere al professionista medico di utilizzare la cannabis come una nuova possibilità di cura e che dovrebbe far parte del loro repertoire di conoscenza.
Attualmente la maggioranza dei nostri studenti sono farmacisti già attivi, anche se una buona percentuale dei corsisti sono studenti universitari di materie medico-scientifiche ancora in formazione. Crediamo che lavorare sui professionisti di domani sia la chiave per il cambiamento che auspichiamo. Il nostro lavoro punta a far entrare questo tipo di curricula all’interno della didattica universitaria.
Qual è lo stato attuale della ricerca sulla cannabis medica?
In Italia beneficiamo di un corpo di ricercatrici e ricercatori di eccellenza. La ricerca che viene condotta in Italia è principalmente limitata al sistema endocannabinoide, che non riguarda solo la cannabis. Ci sono lavori sulla cannabis per uso industriale, però la difficoltà maggiore è che a noi ricercatori non vengono rilasciate le autorizzazioni dall’Ufficio Centrale Stupefacenti e non possiamo fare ricerca.

Quanto è importante la comunicazione sulla cannabis oggi in Italia?
Le parole sono fondamentali. Per esempio, in ambito scientifico noi non usiamo il termine ‘cannabis terapeutica’ perché teoricamente non sono state ancora trovate delle patologie per la quale la cannabis è curante. Invece, usiamo il termine ‘cannabis medicinale’ perché, come un medicinale, la cannabis va a trattare i sintomi le patologie. Son tutte sfumature che però fanno le differenza a livello concettuale.
Quali sono i punti cruciali da affrontare per migliorare la fornitura di cannabis medica e renderla più accessibile ai pazienti?
Dal punto di vista della scarsità della cannabis medica in Italia, speriamo che la situazione si sblocchi e che migliori la qualità della materia prima.
Purtroppo risulta evidente che neppure il recente bando del Ministero della Difesa per l’erogazione di 400 kg di cannabis medica riuscirà a risolvere questa problematica. Vi sono molte questioni, tra cui l’incapacità nel riconoscere la differenza tra i diversi chemiotipi di cannabis da parte delle istituzioni. Una carenza conoscitiva che inficia la possibilità di continuità terapeutica per moltissimi pazienti.
A questo c’è da aggiungere l’impossibilità per i farmacisti preparatori di informare il pubblico circa le proprie scorte: questo porta ad una moltitudine di problemi, sia per i medici e i pazienti che non sanno dove rivolgersi, sia per i farmacisti che rischiano di avere giacenze anche burocraticamente complicate da smaltire.
Articolo pubblicato sulla rivista cartacea di Weed World Italia del bimestre giugno/luglio 2019.
Immagine di copertina: cannabiscienza
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