La storia dietro il termine 420, le origini del numero magico della cannabis. Cosa significa? Lo abbiamo chiesto a chi ha inventato questo termine.
Articolo scritto da Dario Sabaghi
Articolo pubblicato sulla rivista cartacea di Weed World Italia del bimestre giugno/luglio 2019.
Cosa significa 420? All’interno del mondo della cultura della cannabis, il termine 420 fa riferimento al consumo di cannabis. Si può scrivere 420, 4/20 e 4:20. Non è un caso infatti che il 20 aprile (in americano 4/20) è stato designato come giornata internazionale della cannabis. Negli Stati Uniti d’America per esempio, gli appassionati della cultura della cannabis si riuniscono il 20 aprile alle 4:20 del pomeriggio per fumare insieme e celebrare questo giorno speciale. Sull’origine di 420 sono state avanzate le teorie più disparate. Si è detto che derivi dalla canzone “Rainy Day Women #12 & 35” di Bob Dylan perché moltiplicando i due numeri si ottiene 420 (riferimento smentito dallo stesso cantautore). Si è persino affermato che derivi dalla data di nascita di Adolf Hitler, il 20 aprile 1889. Ma la vera storia di 420 è da ricercarsi altrove: a San Rafael, California, Stati Uniti D’America. È qui che che il termine 420 pianta le sue radici.
I Waldos
San Rafael è una città che fa parte della contea di Marin, California. Oggi è popolata da quasi 60 mila persone ma negli anni ‘70 ce n’erano appena 40 mila. Nel 1971, alla San Rafael High School, cinque ragazzi, che si facevano chiamare Waldos per via del fatto che si riunivano vicino ad un muro adiacente la scuola, avevano cominciato ad incontrarsi davanti alla statua del chimico francese Louis Pasteur, situata nel cortile della scuola. I Waldos avevano una missione da compiere. Una missione talmente segreta che non ne potevano parlare davanti agli altri. Uno degli Waldos aveva ricevuto dal cognato di una guardia costiera del faro di Point Reyes (a circa un’ora di auto da San Rafael), una mappa nella quale era localizzata una piccola piantagione di cannabis coltivata all’interno della riserva naturale di Point Reyes National Seashore, da questa guardia costiera che, resosi conto di aver piantato semi di cannabis su suolo federale, si era impaurito per le conseguenze nelle quali avrebbe potuto incappare, e l’aveva abbandonata. Nonostante questo, aveva disegnato quella mappa che ora era nelle mani dei Waldos.
È con questo antefatto che inizia la ricerca per capire cosa c’è dietro 420. I Waldos sono Dave Reddix, Larry Schwartz, Steve Capper, Mark Gravitch e Jeffrey Noel. Ci siamo fatti raccontare da Dave e Steve come è nato e si è sviluppato il mito del termine 420.
La mappa del tesoro
I Waldos raccontano che:
Tra una lezione a scuola e un allenamento, ci ritrovavamo di fronte alla statua di Louis Pasteur alle 4:20 di pomeriggio (tra l’altro, il 20 aprile 1862 il chimico francese Louis Pasteur aveva terminato il primo esperimento sulla pastorizzazione, ndr) per cercare questa coltivazione di cannabis. Durante il giorno ci ricordavamo l’un l’altro di incontrarci lì per cercare questo “tesoro” e usavamo il termine ”420 Louie?”. Alle 4:20 p.m. ci ritrovavamo di fronte alla statua di Pasteur, fumavamo e guidavamo fino a Point Reyes per cercare questa coltivazione di cannabis. In quel periodo, non conoscevamo la guardia costiera personalmente.
Suo cognato poi, Patrick McNulty, il quale ci aveva consegnato questa mappa, non sapeva dove fosse la coltivazione e non aveva ricevuto molte informazioni a riguardo. Abbiamo cercato questa coltivazione di cannabis per diverse settimane, forse cinque, ma non l’abbiamo mai trovata. Nonostante tutto, anche dopo la fine della ricerca, abbiamo continuato a usare il termine 420 tra di noi come se fosse un codice segreto, una specie di gioco. Ogni volta che ci guardavamo e ci chiedevamo “420?”, sorridevamo perché solo noi sapevamo di cosa stessimo parlando.
I Grateful Dead
Tra il 1965 e il 1995, i Grateful Dead, una rock band di Palo Alto, California aveva riscosso molto successo nell’industria musicale. A metà degli anni 70’, Waldo Dave lavorava come rodie (tecnico di concerti) per la band e altri componenti dei Waldos avevano legami con il gruppo musicale. Per esempio, il fratello di Waldo Dave, Patrick, era un amico del bassista dei Grateful Dead Phil Lesh e gestiva alcuni dei suoi progetti paralleli.
Sia all’interno dello staff prima, sia all’interno della band, il termine 420 si era diffuso tanto che anche i fan della band, chiamati deadhead, iniziavano ad usare questo termine per riferirsi al consumo di cannabis.
420 diventò un vero e proprio slang all’interno della community dei Grateful Dead, ma si espanse a macchia d’olio in tutta la comunità legata alla cultura della cannabis. Nonostante questo successo di 420 però, quasi nessuno conosceva il suo reale significato e la storia che si celava dietro.
I Waldos ricordano che:
Anche i nostri fratelli e amici usavano 420 a scuola. Quindi c’erano diverse cerchie di persone che usavano 420. Compresi i Grateful Dead. E poi diciamo la verità, 420 è un termine catchy, piacevole e facile da ricordare. Era divertente, non era tanto un codice, piuttosto era un gioco tra di noi. Non sapevamo che stesse diventando un fenomeno così popolare. Ancora adesso pensiamo a 420 come ad un gioco.
High Times e la popolarità
Con il passare degli anni, il termine 420 si era diffuso tra i deadhead, la fan base dei Grateful Dead. Nel 1990, il giornalista Steve Bloom, che in quell’epoca lavorava per High Times Magazine, una delle più famose riviste americane sulla cannabis, sentì per la prima volta l’uso dello slang “420” in un concerto dei Grateful Dead ad Oakland, California. Girovagando per il concerto, era venuto in possesso di un volantino che recitava: “We are going to meet at 4:20 on 4/20 for 420-ing”. Nel volantino c’era anche scritto anche che il termine 420 derivava da un codice che la polizia californiana usava per riferirsi ai consumatori di cannabis. La notizia che riportava il volantino era per metà vera. Il termine 420 proveniva da San Rafael, ma la polizia non c’entrava niente con questa storia. Steve Bloom pubblicò un articolo sul fenomeno di 420 sul numero di maggio del 1991 della rivista High Times. Ma solo nel 1998, Waldo Steve contattò direttamente il direttore responsabile di High Times dell’epoca Steven Hager per svegliarli la vera storia dell’origine del termine 420. Nel 2002, lo stesso Hager andò come ospite dall’emittente televisiva americana ABC News per raccontare la vera storia di 420 e dei Waldos.
Le prove
I Waldos non si sono fermati qui. Avevano bisogno di dimostrare con prove tangibili che erano stati loro a coniare questo termine che nel frattempo si era diffuso a macchia d’olio. Infatti, c’erano state anche altre persone che avevano rivendicato di essere stati loro a creare il termine 420 per riferirsi al consumo della cannabis e smontando le accuse di chi li accusava di essersi inventati tutta la storia.“Abbiamo raccolto prove documentate sull’esistenza dell’uso di 420. Ci sono lettere scritte e spedite tra di noi e dai nostri amici dove ci si riferisce a 420 prima che diventasse così popolare. C’è una bandiera di 420 creata da una nostra amica all’epoca della scuola quando seguiva lezioni d’arte. L’anno scorso un nostro amico ha trovato altre lettere che testimoniano l’uso di 420. Abbiamo persino trovato un riferimento a 420 sul giornale della San Rafael High School” raccontano i Waldos.
Nonostante che queste prove testimoniassero la veridicità del racconto dei Waldos, non era stata ancora dimostrata la storia dell’esistenza della guardia costiera che aveva piantato cannabis su suolo federale. Ma i Waldos non avevano idea di chi fosse questa persona ed erano passati davvero tanti anni da quei fatti.
“Noi non conoscevamo il nome della guardia costiera che aveva coltivato cannabis nella riserva federale. Allora contattammo suo cognato, ma aveva poche informazioni a suo riguardo e non voleva avere a che fare con questa storia all’inizio. Allora abbiamo iniziato la ricerca dal suo nome, Gary Newman, sapevamo più o meno quanti anni avesse e abbiamo fatto qualche ricerca sul web. Ad un certo punto della ricerca, il cognato al quale avevo chiesto informazioni sulla guardia costiera, ci ricontattò dicendo che aveva qualche altra informazione su Newman. Aveva contattato sua sorella ed ex moglie della guardia costiera e le aveva detto che Newman era originario di San jose, California. Facendo ulteriori ricerche, avevamo scoperto che era un senzatetto e viveva a San Jose. Abbiamo assunto un’investigatrice privata per cercarlo tra i senza tetto di San jose ma alla fine l’abbiamo trovato e Gary Newman ci ha confermato tutta la storia. Ci sono voluti 6 anni di ricerca per trovarlo ma alla fine ce l’abbiamo fatta” ricordano i Waldos.
Gary Newman aveva lavorato come guardia costiera a Point Reyes National Seashore in quel periodo. Aveva coltivato una piccola piantagione di cannabis nei pressi del Nunes Ranch di Point Reyes, dove viveva all’epoca in cui lavorava come guardia costiera, per racimolare qualche soldo. “Ci sono 166 pagine di documentazione sulla nostra storia. Anche Gary Newman e suo cognato Patrick McNulty ci hanno aiutati a ricostruire e trovare tutte le prove. Quando parlavamo alle persone di questa storia, chiedendo loro informazioni a riguardo, erano scettiche e nervose, non sapevano di cosa stessimo parlando. Abbiamo parlato con tantissime persone, abbiamo persistito nella ricerca, ma alla fine ce l’abbiamo fatta”.
420 come fenomeno globale
Come ci hanno detto i Waldos, raccontare 420 non è solo tuffarsi nel passato delle loro vite, ma significa anche portare avanti un fenomeno che non ha mai smesso di evolversi. Contrariamente a quello che si potrebbe generalmente pensare, i Waldos non erano cinque ragazzi che si sballavano seduti su una panchina. Tutt’altro. Tutti e cinque praticavano sport a livello agonistico ed erano molto creativi. Oggi, 420 è diventato il numero magico della cultura della cannabis, riconosciuto in tutto il mondo e sta facendo sentire il suo peso nella cultura della cannabis. Sono sempre di più gli eventi legati al mondo della cannabis che menzionano 420 nel loro nome. Alcuni di questi sono il Mile High 420 Festival di Denver, Colorado e il 4.20 Hemp Fest di Milano, ma anche l’evento Waldos Forever Fest a Chicago, Illinois. 420 è diventato uno slang così popolare da essere citato da cartoni animati come I Griffin, I Simpson, dal CEO di Tesla e SpaceX Elon Musk e da altri personaggi conosciuti dal grande pubblico.
420 è diventato talmente popolare da essere stato preso in prestito dalla legge sulla cannabis terapeutica in California, chiamata California Senate Bill 420, o anche conosciuto come Medical Marijuana Program Act.In molte località del Nord America, la giornata internazionale della cannabis viene celebrata da anni. Il 20 aprile (4/20) di ogni anno dunque, ragazzi e ragazze si radunano alle 4:20 per celebrare questa particolare giornata. Recentemente, anche in Europa sta prendendo piede questa celebrazione, Italia compresa.
Quindi, Buon 420!
Vuoi saperne di più sui Waldos? Visita il loro sito online 420waldos.com
Articolo pubblicato sulla rivista cartacea di Weed World Italia del bimestre giugno/luglio 2019.
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