Joe Biden ha vinto il Super Tuesday delle primarie democratiche conquistando 453 delegati. Bernie Sanders invece ne ha convinti 382 a votare per lui. Le posizioni di entrambi sulla legalizzazione della cannabis negli Stati Uniti d’America a livello federale sono diverse. Analizziamo il voto del Super Tuesday e confrontiamo le idee di Sanders e Biden sulla cannabis.
I risultati del Super Tuesday hanno premiato Joe Biden, ex-presidente degli USA durante l’amministrazione Obama. Martedì 3 marzo, 14 Stati americani hanno votato i delegati che sceglieranno il candidato democratico che dovrà affrontare Donald Trump alle elezioni presidenziali 2020. Joe Biden ha vinto in 9 Stati. Bernie Sanders in 5. Nulla di fatto invece per Michael Bloomberg ed Elizabeth Warren che hanno conquistato rispettivamente 39 e 50 candidati. Per vincere le primarie bisogna raggiungere almeno i 1991 delegati. Ma manca ancora il voto di altri molti Stati.
Tuttavia, dai risultati del Super Tuesday è emerso che ci sarà un duello tra Sanders e Biden per diventare il prossimo candidato democratico che dovrà confrontarsi con Donald Trump. I diversi punti di vista dei due contentendenti si esprimono anche nella questione della legalizzazione della cannabis a livello federale. Abbiamo già scritto delle diverse idee dei candidati democratici sulla cannabis. Ora concentriamoci maggiormente su quelle di Sanders e Biden.
Bernie vs. Joe
Le idee Sanders e Biden sulla legalizzazione della cannabis a livello federale sono diverse. Al contrario di Biden, Sanders ha inserito la legalizzazione a livello federale nella sua agenda politica. Biden non è mai stato a favore della legalizzazione a livello federale. Ma il sito online Politico ha ottenuto un audio di Biden durante la sua campagna elettorale nello New Hampshire nel quale Biden sembrava avvicinarsi ad una idea di legalizzazione. Nell’audio infatti, Biden dichiara di voler depenalizzare la cannabis, cancellare tutti i reati relativi ad essa e legalizzare la cannabis medica in tutti gli Stati. Non parla in modo esplicito di legalizzazione della cannabis a livello federale, ma ammette che la legalizzazione sia una questione inevitabile. Inoltre, ammette che la cannabis non sia una droga gateway.
Il piano di Bernie Sanders per legalizzare la cannabis a livello federale
Come abbiamo anticipato, Bernie Sanders ha fatto della legalizzazione a livello federale, uno dei punti più forti della sua campagna elettorale. Già nel 2016, aveva portato questa idea quando si era dovuto scontrare, perdendo, con Hillary Clinton durante le primarie democratiche del 2016. Bernie Sanders ha dichiarato più volte di voler legalizzare la cannabis a livello federale sin dal primo giorno di presidenza nel caso in cui vincesse contro Donald Trump. Legalizzerebbe la cannabis con un ordine esecutivo. L’idea di Sanders è quella di i rimuovere la cannabis dalla Categoria I delle Controlled Substances Act, rendendo di fatto legale la cannabis a livello federale, cancellare tutti quei reati connessi con la cannabis dalla fedina penale delle persone e investire sulle comunità che più hanno sofferto la guerra alla droga.
Analisi dei risultati del Super Tuesday in chiave legalizzazione
Bernie Sanders ha vinto in 5 Stati. California, Colorado, Maine, Utah e Vermont. Nei primi tre, la cannabis ricreativa è già legale, mentre nello Utah è legale solo quella medica. Discorso diverso è quello del Vermont, dove è legale solo l’autocoltivazione, ma è in corso un processo per legalizzarne anche la vendita.
La questione della legalizzazione a livello federale potrebbe essere un punto importante per entrambi. Infatti, questa investe anche temi quali giustizia sociale, sanità pubblica ed economia. Questo l’ha capito Sanders e recentemente anche Biden. Se Sanders si spinge e voler legalizzare a livello federale, Biden è invece più cauto e punta sulla depenalizzazione e alla scelta dei singoli Stati. Quest’anno infatti, 11 Stati potrebbero votare riforme sulla cannabis a livello statale.
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