Il Consiglio di San Marino ha approvato una istanza che frena il processo di legalizzazione della cannabis.
Una “contro-istanza” potrebbe bloccare il processo di legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo iniziato a settembre 2019. Il Consiglio si è diviso in due: da una parte il Partito Democratico Cristiano Sammarinese (DC), dall’altra il movimento civico Rete. Entrambi i partiti fanno parte della coalizione del nuovo governo di San Marino. Con Rete si è unito anche il partito Libera e una consigliere Dc. L’istanza di Arengo contro la legalizzazione della cannabis pero, è passata con 5 voti di scarto. La ragione dietro a questa istanza è quella di evitare problemi normativi con l’Italia.
Perché questa istanza è contro la legalizzazione della cannabis a San Marino?
Nella istanza contro la legalizzazione c’è scritto che “la regolamentazione che il Consiglio Grande e Generale dovrà produrre riguardo all’uso ricreativo della cannabis, oltre che tener nella dovuta considerazione gli effetti che sulla persona da tale uso possono derivare, non preveda forme di maggior liberalizzazione rispetto a quella italiana, per tutte le conseguenze negative che questa scelta potrebbe comportare”.
L’istanza si interroga sulle problematiche che si potrebbero generare nel rapporto con l’Italia, qualora San Marino si dotasse di una normativa in materia più liberalizzante di quella italiana.
In altre parole, l’istanza vuole evitare un conflitto con l’ordinamento italiano vigente sulla cannabis. “Tali problematiche potrebbero essere per San Marino di difficile gestione, alla luce dell’assenza di frontiere ai confini e, quindi, della libera circolazione delle merci e delle persone, e che una differenza di regolamentazione fra i due Paesi potrebbe richiedere una intensificazione dei controlli delle autorità italiane, soprattutto in uscita da San Marino”.
Inoltre, l’istanza pone dubbi anche per quanto riguarda la circolazione delle merci. “Tali problematiche potrebbero essere per San Marino di difficile gestione, alla luce dell’assenza di frontiere ai confini e, quindi, della libera circolazione delle merci e delle persone, e che una differenza di regolamentazione fra i due Paesi potrebbe richiedere una intensifilikcazione dei controlli delle autorità italiane, soprattutto in uscita da San Marino”.
Cosa proponeva l’istanza per la legalizzazione della cannabis a San Marino?
La proposta di legge presentata a settembre 2019, che che può approfondire con l’aiuto di questo articolo, prevedeva:
- il possesso per uso personale fino ad una quantità massima da stabilire di derivati della cannabis ad ogni individuo maggiorenne;
- il consumo, ad ogni individuo maggiorenne;
- la produzione, la lavorazione e la trasformazione della cannabis al fine di ottenerne i suoi derivati: prima della messa in vendita, questi ultimi, dovranno essere sottoposti ad esami che ne accertino la non nocività;
- la vendita, prevedendo negozi destinati alla sola vendita sul modello dei dispensari statunitensi e locali destinati alla vendita ed al consumo sul posto sul modello dei cannabis coffee-shop olandesi. La vendita potrà avvenire solo verso individui maggiorenni nel rispetto dei limiti relativi al possesso per uso personale;
- l’autoproduzione, ovvero la detenzione presso la propria residenza di piante di cannabis fino ad un numero massimo da stabilire (orientativamente 4 piante);
- l’associazione al fine della coltivazione collettiva della cannabis sulla falsariga dei cannabis social club spagnoli.
La proposta per legalizzare la cannabis era stata presentata durante una crisi del governo di San Marino. Infatti, i Capitani Reggenti avevano emesso un decreto di scioglimento del Consiglio Grande e Generale e le elezioni erano state indette domenica 8 dicembre 2019.
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