L’emergenza del coronavirus ha iniziato a propagarsi in tutto il mondo e sta portando conseguenze in tutti i settori della società. Come sta reagendo il mondo della cannabis?
Avevamo già parlato delle conseguenze dell’emergenza del coronavirus sul mondo della cannabis, ma ci eravamo soffermati sulle ricadute economiche delle aziende che acquistavano specifici produzioni dalla Cina. Era la prima metà di febbraio e l’emergenza non era arrivata ancora in Italia.
La situazione in Italia
I provvedimenti varati dal governo italiano per fronteggiare l’emergenza del coronavirus ha riguardato anche il settore della cannabis. A seguito della chiusura delle attività commerciali non essenziali, anche i negozi che vendono cannabis light e i growhop hanno chiuso. Tuttavia, le aziende del settore e i negozi hanno attivato i servizi di consegna a domicilio (delivery). Inoltre, anche il settore della canapa industriale sta risentendo queste restrizioni. Questa situazione potrebbe gravare sul mercato che, prima di risolvere i suoi problemi economici, dovrà attendere un chiarimento dal punto di visto legislativo. Infine, anche gli eventi riguardanti il settore, come Indica Sativa Trade, sono stati rinviati.
- Consulta il sito online del Ministero della Salute per saperne di più sull’emergenza del coronavirus
Per quanto riguarda la cannabis medica invece, abbiamo avuto conferma dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze che la produzione di cannabis sta continuando a pieno regime. Anche l’AIFA ha rassicurato i pazienti che i piani terapeutici sono estesi di 90 giorni. Lo stesso vale le importazione dall’estero delle varietà di cannabis di Bedrocan e Aurora Cannabis, salvo ritardi per via dei maggiori controlli. Tuttavia l’Unione Europea ha garantito la circolazione delle merci in tutto il territorio europeo.
La situazione all’estero
All’estero, la maggior parte degli eventi del mondo della cannabis ricreativa, medica e industriale sono stati rinviati.
Il governo dei Paesi Bassi aveva inizialmente deciso di chiudere i coffee-shop. Successivamente però, ne ha consentito la riapertura solo per il servizio take-away e delivery.
Negli Stati Uniti si sono formate lunghe code di fronte ai dispensari, così come era successo nei Paesi Bassi. Tuttavia, molte aziende che operano negli Stati dove la cannabis è legale, stanno iniziando a fornire un servizio di consegna a domicilio.
I mercati
Come tutti i titoli azionari, anche quelli del mercato della cannabis stanno soffrendo il mercato ribassista e le continue fluttuazioni. Inoltre, un peso non indifferente, è quello che riguarda l’interruzione della catena di approvvigionamento proveniente dalla Cina. Non solo, anche il turismo della cannabis risentirà di questa emergenza, soprattutto nei Paesi Bassi, negli Stati Uniti e in Canada. Infine, ci potrebbe essere la possibilità che determinati territori statali o regionali possano essere bloccati per un periodo di quarantena che non sappiamo quando finirà.
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