L’agenzia federale antidroga statunitense (DEA) ha comunicato che valuterà le richieste di coltivazione di cannabis che hanno scopi di ricerca.
Il 20 marzo la DEA ha comunicato che esaminerà 37 richieste per coltivare la cannabis per scopi di ricerca. Successivamente, il 23 marzo, ha comunicato che la modifica dei propri regolamenti per conformarsi ai requisiti della legge previsti dalla legge USA sugli stupefacenti per facilitare la coltivazione della cannabis a fini della ricerca. Ha inoltre, comunicato i requisiti necessari per i soggetti e gli enti interessati a coltivare la cannabis per la ricerca. Tra questi, non avere infranto leggi federali.
La ricerca sulla cannabis negli USA
Al momento, la cannabis utilizzata ai fini di ricerca è solo quella coltivata dall’Università del Mississippi sin dal 1968. Tale decisione è un passo importante per la ricerca sulla cannabis negli USA. Infatti, sebbene la cannabis sia legale a livello statale (e non è legale in tutti gli Stati), non lo è a livello federale. Questo implica che, il governo continua ad applicare politiche e regolamenti restrittivi sulla ricerca sui danni alla salute o sui benefici dei prodotti a base di cannabis. Di conseguenza, la ricerca sugli effetti sulla salute della cannabis e dei cannabinoidi è limitata negli Stati Uniti.
Il ritardo della DEA
L’annuncio della DEA di autorizzare la coltivazione di cannabis per scopi di ricerca arriva dopo un altro annuncio fatto 4 anni fa. In quell’occasione, la DEA aveva negato ogni possibilità di riclassificare la cannabis all’interno della legge sugli stupefacenti, ma aveva previsto un allentamento delle misure restrittive per espandere la coltivazione della cannabis per scopi di ricerca. Tuttavia, la DEA non aveva mai avviato una cernita dei soggetti che avevano richiesto di coltivare la cannabis per tali scopi.
Anche l’anno scorso, la DEA aveva comunicato l’intenzione di facilitare ed espandere la ricerca scientifica sulla cannabis negli Stati Uniti, dopo che una corte d’appello aveva ordinato alla DEA di dare una risposta agli enti che avevano richiesto di effettuare ricerche scientifiche sulla cannabis medica.
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