Secondo un nuovo studio, usare la cannabis prima della chemioterapia potrebbe prevenire alcuni effetti indesiderati, come la neuropatia periferica.
La cannabis potrebbe prevenire i principali effetti collaterali causati dell’oxaliplatino, un agente usato nella chemioterapia, secondo uno studio (con revisione alla pari, peer review) di ricercatori israeliani del Tel Aviv Sourasky Medical Center.
Cosa è l’oxaliplatino?
L’oxaliplatino è considerato un farmaco che rientra nella lista dei farmaci essenziali redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nella quale sono elencati tutti i farmaci che devono essere presenti all’interno di un sistema sanitario di base. Questo farmaco è indicato per il trattamento di molti tumori, come il cancro dei polmoni, quello dello stomaco, dell’esofago, della vescica e il cancro ovarico.
Effetti collaterali dell’oxaliplatino
Tuttavia, l’oxaliplatino può scatenare molti effetti collaterali e indesiderati a causa della sua tossicità. Alcuni di questi sono la soppressione del midollo osseo, che può portare alla riduzione di emoglobine, globuli bianchi e piastrine, ma anche nausea, vomito e diarrea. Inoltre, Il trattamento con l’oxaliplatino può causare patologie neurologiche e caduta dei capelli.
La cannabis potrebbe prevenire la neuropatia periferica causata dalla chemioterapia
In questo studio, il gruppo di ricerca si è focalizzato sulla neuropatia periferica nei pazienti trattati con la chemioterapia, che si manifesta con alterazioni della sensibilità, formicolii, sensazione come di punture di aghi soprattutto alle mani e ai piedi. Infatti, circa il 70% dei pazienti trattati con l’oxaliplatino ha effetti collaterali neurologici, che vanno dal formicolio alle mani e ai piedi alla perdita di sensibilità e all’incapacità di sentire le dita delle mani e dei piedi.
I ricercatori hanno monitorato 513 pazienti che condividevano caratteristiche patologiche comuni e il hanno divisi un due gruppi. Il primo gruppo (265 pazienti) è stato trattato con l’oxaliplatino senza nessuna terapia a base di cannabis. Il secondo gruppo invece (248 pazienti) è stato suddiviso in due sottogruppi: 116 pazienti hanno ricevuto un trattamento a base di cannabis prima dell’assunzione dell’oxaliplatino e 132 hanno ricevuto il trattamento dopo l’assunzione del farmaco chemioterapico.
I risultati dello studio
I risultati hanno dimostrato che 148 pazienti (59,7%) appartenenti al gruppo al quale è stata somministrata cannabis (248 pazienti) non hanno riscontrato sintomi attribuibili alla neuropatia periferica. Gli altri pazienti invece, hanno avuto leggeri sintomi. L’effetto protettivo della cannabis infatti, è stato più pronunciato tra i pazienti che hanno usato la cannabis rispetto ai pazienti che hanno usato solo l’oxaliplatino. Questa riduzione inoltre, è stata più significativa nei pazienti che hanno ricevuto la cannabis prima del trattamento con l’oxaliplatino, suggerendo quindi un effetto protettivo.
I punti forza e i limiti dello studio
Secondo i ricercatori, il principale punto di forza di questo studio è l’affidabilità dei dati sull’uso di cannabis, poiché tutti i pazienti partecipanti che hanno ricevuto cannabis sono stati monitorati attraverso la data di assunzione, i dosaggi e le indicazioni del trattamento con cannabis. Tuttavia, il limite principale di questa sperimentazione è che il confronto del consumo di cannabis non è stato di tipo quantitativo, ma qualitativo: non è stato possibile infatti, confrontare la quantità di cannabis autorizzata o le tipologie e le indicazioni per il suo utilizzo poiché questi parametri non erano specificati. Inoltre, la valutazione della neuropatia era retrospettiva e si basava sulle cartelle cliniche dei reclami dei pazienti e sugli esami fisici. Infatti, i dati raccolti comprendevano pazienti dal 2015 al 2018.
Come agisce la cannabis sulla neuropatia periferica
Il meccanismo attraverso il quale la cannabis e i prodotti a base di cannabinoidi influenzano la neuropatia e il dolore neuropatico avviene attraverso il loro effetto sul sistema nervoso periferico. L’influenza può essere correlata ai recettori endocannabinoidi CB2. I recettori CB2 sono stati identificati sui terminali nervosi periferici, così come in tutto il sistema immunitario L’effetto della cannabis sui recettori CB2 dei neuroni periferici è stato ritenuto il metodo di azione primario della cannabis in questo studio. L’influenza della cannabis sui recettori CB1 è meno ben definita nella letteratura nel contesto della neuropatia periferica, ma potrebbe avere un ruolo nel suo effetto analgesico.
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