La domanda non è se, ma: quando legalizzeremo la cannabis in Italia?
Uno dei primi documentari sulla legalizzazione della cannabis che guardai da ragazzo, si intitolava L’Erba Proibita, diretto da Daniele Mazzocca e Cristiano Bortone. Prodotto nel 2002, il film racconta la disinformazione sulla cannabis, i suoi effetti e l’impatto del proibizionismo sulla società italiana. A raccontare la lotta per la legalizzazione, intervengono, tra gli altri, vari artisti e attivisti, come Paolo Rossi, Dario Fo, Marco Pannella.
Sono passati quasi 20 anni dall’uscita di quel documentario, ma la situazione in Italia non è cambiata. Chi consuma cannabis è perseguito dallo Stato italiano. Cosa è cambiato invece, è il mondo.
La normalizzazione della cannabis
Ogni anno negli Stati Uniti d’America sempre più stati legalizzano la cannabis per uso ricreativo. L’ONU ha recentemente riconosciuto il valore terapeutico di questa pianta e il mercato della cannabis medica si sta espandendo in Europa e in Asia. La normalizzazione della cannabis è iniziata da tempo.
A differenza di Stati Uniti e Canada, gli stati europei stanno arrivando alla legalizzazione più lentamente, attraverso l’uso della cannabis in medicina. La ricerca scientifica sulla cannabis è sempre più incisiva sulle scelte politiche e la scoperta di nuovi cannabinoidi sta creando nuove opportunità in molti settori dell’economia mondiale. Basti pensare al mercato del cannabidiolo (CBD), per esempio.
La cannabis è stata consumata da sempre e sempre sarà consumata.
In Italia però, stiamo ancora discutendo se legalizzare o meno la cannabis per uso ricreativo. Anzi, stiamo discutendo se un privato cittadino possa coltivare una pianta di cannabis all’interno della propria abitazione. Tuttavia, la domanda che dovremmo porci non è se legalizzeremo la cannabis in Italia, ma: quando legalizzeremo la cannabis in Italia?
Ci sono chiari segnali che ci dicono che il processo per la legalizzazione della cannabis e la sua normalizzazione all’interno della società è inesorabile, seppur lenta. La cannabis è stata consumata da sempre e sempre sarà consumata.
La guerra alla droga ha fallito
La guerra alla droga, e in particolar modo alla cannabis, ha fallito sotto tutti i punti di vista. Lo dicono molti studi sulle politiche proibizioniste e anche le istituzioni politiche hanno iniziato ad ammetterlo.
Persino la Direzione Nazionale Antimafia ha premuto sul fatto che la legalizzazione della cannabis aiuterebbe lo Stato a combattere la criminalità organizzata, grazie allo svuotamento delle carceri per quelle persone che hanno commesso reati relativi al possesso, aiuterebbe ad alleggerire la mole di lavoro dei tribunali e garantirebbe ai cittadini di coltivare cannabis all’interno delle mura domestiche, garantendo quindi la salubrità del prodotto.
Economia e legalizzazione
I benefici economici per legalizzare sono sotto gli occhi di tutti. Se guardiamo la legalizzazione negli Stati Uniti, i ricavi delle aziende e la tassazione da esse prodotte sono promettenti. L’industria della cannabis aiuta la crescita dell’occupazione e le tasse ricavate sono spese in programmi sociali per aiutare quelle fasce della società colpite dalla guerra alla droga. Non è un caso che sempre più università statunitensi stanno avviando corsi dedicati a questa industria. Inoltre, la ricerca scientifica sulla cannabis sta conoscendo ogni giorno nuovi aspetti di questa pianta che prima era più difficile da studiare per via delle politiche proibizioniste.
La cannabis come diritto alla salute
Infatti, la ricerca della cannabis in campo medico sta dando i suoi frutti. L’Italia impiega la cannabis ad uso medico dal 2006. Tuttavia, solo lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze è autorizzato a produrre cannabis in Italia, costringendo quindi lo stato ad importare altre quantità di cannabis dall’estero. Sfortunatamente però, il quantitativo annuale di cannabis medica non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno dei pazienti. Oltre all’aspetto puramente medico però, la legalizzazione della cannabis ricreativa significa anche garantire al cittadino la possibilità di acquistare o coltivare un prodotto di qualità, poiché spesso la cannabis acquistata dal mercato nero è priva di un adeguato controllo di qualità e il suo trattamento non viene monitorato.
La legalizzazione non incontra volontà politica
Ci sono tanti altri esempi di come la legalizzazione gioverebbe ai cittadini in molti ambiti. Tuttavia, ciò che manca è la volontà politica. In parlamento sono depositate decine di proposte di legge per legalizzare la cannabis, per decriminalizzare il suo uso e per introdurre la coltivazione domestica. Battaglie civili, proteste pubbliche e petizioni sono state avanzate dal dopoguerra in poi, ma ancora oggi la legalizzazione è stata strumentalizzata da una politica non rispecchia più le dinamiche passate e le divisioni storiche.
Che si abbia una legge sulla coltivazione domestica o una piena legalizzazione o che si voglia riproporre modelli europei come quello spagnolo o olandese, l’Italia ha bisogno di iniziare un vero processo verso la legalizzazione. Questo perché consumare cannabis è un diritto e, come sostenuto dalla Corte costituzionale messicana che ha costretto il parlamento ad avviare il processo di legalizzazione, gli effetti della cannabis non sono tali proibire il suo consumo in modo assoluto.
La legalizzazione in Italia è una questione di tempo
La legalizzazione della cannabis in Italia è una questione di tempo. Ci saranno molti problemi da risolvere per dare ai cittadini una normativa che comprenda tutti gli aspetti legati alla legalizzazione e che non trascuri dettagli che possano tramutarsi in problemi. Ma la legalizzazione è necessaria per non doverci ritrovare indietro ad altri stati che avranno già regolamentato il settore.
Effetto domino della legalizzazione negli Stati Uniti
Nei prossimi anni vedremo che se gli Stati Uniti legalizzeranno la cannabis a livello federale, anche gli stati europei seguiranno tale decisione di riflesso. È una meccanica inevitabile. Lo si è già visto con la cannabis medica, lo si vedrà con quella ricreativa.
Ritorniamo a parlare di cannabis
Nel frattempo però, l’obiettivo dell’Italia dovrebbe essere quello di ritornare a parlare di cannabis in Parlamento, di discutere su come legalizzare e quali iniziative adottare per porre le basi ad una legalizzazione ponderata e non fatta all’ultimo momento per inseguire gli altri stati europei che si stanno già attrezzando con studi di settore, comitati scientifici e progetti pilota. Anzi, l’Italia ha tutte le potenzialità per essere l’apripista in Europa di una legalizzazione che non significa solo essere liberi di consumare cannabis, ma significa soprattutto crescere come Paese.
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