Con una decisione storica, La Corte Suprema di Giustizia del Messico depenalizza l’uso della cannabis per scopi ricreativi, evidenziando l’incapacità della politica di regolamentare il mercato.
La Corte Suprema del Messico ha annullato le leggi che vietano l’uso di cannabis ricreativa, portando il Paese verso la legalizzazione della cannabis. Il Congresso (il Parlamento messicano), nonostante varie proroghe, non è riuscito a trovare un accordo definitivo sul disegno di legge sulla legalizzazione della cannabis per scopi ricreativi.
Lunedì 28 giugno, la Corte ha stabilito che gli articoli della legge sulla salute generale che vietano il consumo personale e la coltivazione domestica della cannabis sono incostituzionali. Il documento è stato approvato da otto degli undici giudici della Corte. Nello stesso però, si specifica che la commercializzazione della cannabis rimane illegale.
Gli adulti che desiderano coltivare e consumare cannabis potranno richiedere i permessi necessari all’autorità di regolamentazione sanitaria. Una volta ricevuta questa autorizzazione, chiunque abbia più di 18 anni potrà possedere fino a 28 grammi di cannabis.
L’incapacità politica di regolamentare il mercato della cannabis
La Corte aveva chiesto al Congresso di approvare una legge sulla legalizzazione della cannabis sin dal 2018, quando aveva dichiarato incostituzionale la legge sul divieto di possedere, consumare e coltivare la cannabis. Aveva successivamente chiesto al governo di legalizzare queste attività entro il mese di ottobre 2019. Per la Corte infatti, gli effetti della cannabis non sono così gravi da proibire la sua coltivazione e il suo consumo in modo assoluto.
Nonostante tale richiesta, il Congresso ha chiesto alla Corte tre proroghe nel corso di questi anni, sostenendo due volte che gli aspetti tecnici del disegno di legge richiedevano più tempo per essere studiati e approvati, e un’altra volta attribuendo il ritardo dell’approvazione alla pandemia del COVID-19.
Un passo in avanti, con qualche perplessità
Sebbene alcuni sostenitori della legalizzazione della cannabis in Messico pensano che questo sia un passo avanti per i diritti dei consumatori, altri sostengono che c’è ancora molto lavoro da fare in Congresso per poter regolare il mercato in modo socialmente equo. I sostenitori esprimono la speranza che la regolamentazione della cannabis ricreativa (quella medica è legale dal 2017) possa ridurre parte della violenza causata dal traffico illegale di droghe in Messico. Tuttavia, alcuni cartelli della criminalità organizzata messicana non si concentrano più sul commercio di cannabis come una volta, poiché hanno spostato la loro attenzione su altre sostanze, come la cocaina e le droghe sintetiche.
Alcuni osservatori hanno espresso scetticismo sulla decisione della Corte perché richiedere permessi all’autorità di regolamentazione sanitaria potrebbe costare di più di assumere un avvocato per chiedere un’ingiunzione al tribunale. Infatti, prima della decisione della Corte, i cittadini messicani potevano accedere alla cannabis solo dopo aver presentato un’ingiunzione al tribunale. Alcuni consumatori inoltre, hanno criticato la decisione della Corte perché continua a criminalizzare il consumo di cannabis con multe elevate e con la detenzione in carcere, qualora venissero superati le quantità stabilite.
Assenza di responsabilità
Secondo alcuni esperti, la decisione della Corte è ciò che il governo stava cercando. Tale decisione infatti, esonerebbe il governo dalla responsabilità di creare un mercato della cannabis regolamentato. Secondo alcuni sondaggi, circa sette milioni di messicani tra i 12 ei 65 anni hanno provato la cannabis almeno una volta, mentre quasi due milioni hanno dichiarato di consumare cannabis abitualmente. Solo nel 2020, le autorità messicane hanno sequestrato 244 tonnellate di cannabis.
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