Le multinazionali del tabacco hanno iniziato ad investire nell’industria della cannabis, ma è ancora presto per sapere il peso della cannabis nel futuro delle loro attività.
Qualche settimana fa, Kingsley Wheaton, un dirigente della British American Tobacco (BAT) aveva dichiarato che la cannabis e i suoi derivati faranno parte del futuro dell’azienda. “Penso che il CBD faccia parte del futuro, ma la sfida attuale è ridurre il danno delle sigarette e della nicotina, incoraggiando le persone a cambiare”, ha detto Wheaton ai microfoni del programma Today di BBC Radio 4.
Non deve sorprendere questa affermazione uscita dalla bocca di uno dei dirigenti di una delle più grandi multinazionali del tabacco al mondo. Non è una novità infatti che multinazionali del tabacco stanno creando un nuovo trend di consumo e stanno cambiando il modo in cui si consuma il tabacco.
Un’addio alle sigarette tradizionali?
Prendendo in considerazione l’impatto sulla salute dei loro prodotti, le multinazionali stanno si stanno allontanando sempre di più dalle tradizionali sigarette di tabacco. L’uso di sigarette elettroniche tra gli studenti delle scuole superiori degli Stati Uniti è aumentato dall’11,7% al 27,5% tra il 2017 e il 2019. Tale aumento sta portando il consumo complessivo di tabacco tra gli studenti delle scuole superiori al 31,2%, secondo un rapporto di Truth Initiative, un’organizzazione no profit per il controllo del consumo di tabacco.
Le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato non bruciato (come le IQOS) vengono percepiti come strumenti diminuire o smettere di fumare. Tuttavia, il cambiamento del modello di business delle multinazionali del tabacco non si limita solo a questo. Le aziende hanno iniziato a vedere nell’industria della cannabis una via di fuga dalla dipendenza che queste hanno nei confronti delle vendite delle sigarette tradizionali.
La cannabis come via di fuga dalla dipendenza dalle vendite delle sigarette tradizionali
L’interesse delle aziende produttrici di tabacco nell’industria della cannabis è cresciuto insieme al numero sempre più crescente degli stati americani che hanno legalizzato la cannabis.
Nel 2016, Philip Morris International ha investito 20 milioni di dollari nella società farmaceutica israeliana Syqe Medical, che ha sviluppato un inalatore di cannabis medica.
Nel 2018 poi, la multinazionale britannica del tabacco Imperial Brands ha investito in Oxford Cannabinoid Technologies (OCT), una società biofarmaceutica che si occupa di ricerca e sviluppo di terapie a base di cannabinoidi.
Nello stesso anno, Altria Group, un’altra multinazionale del settore, ha acquisito una quota del 45% della società canadese Cronos Group, un’operazione che è costata circa 1,8 miliardi di dollari.
Nel 2019, Imperial Brands ha annunciato un investimento di 123 milioni di dollari in Auxly Cannabis Group, una società canadese che sviluppa, produce e distribuisce prodotti a base di cannabis.
Nel 2021 poi, sempre la British American Tobacco ha lanciato il suo primo prodotto per lo svapo di CBD, VUSE CBD Zone. Nello stesso anno, una delle sue società, la Btomorrow Ventures (BTV), ha investito 25 milioni di dollari nell’azienda canadese Trait Biosciences, una società di ricerca sui cannabinoidi che si occupa di bevande a base di CBD.
L’industria della cannabis è pioniere nella diversificazione
Poiché la cannabis sta diventando sempre più mainstream, le multinazionali del tabacco stanno cercando di offrire una diversificazione dei loro prodotti. Tuttavia,l’industria della cannabis può essere considerata essa stessa un pioniere della diversificazione. Le aziende di cannabis stanno già vendendo prodotti alternativi al suo consumo tradizional, come i liquidi usati con i vaporizzatori, prodotti commestibili, oli e bevande.
Le multinazionali del tabacco stanno entrando sempre di più nell’industria della cannabis. Tuttavia, occorrerà del tempo per valutare il peso delle multinazionali del tabacco nel settore della cannabis, tenendo conto del frenetico sviluppo del quadro normativo della cannabis non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo.
Per correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a [email protected]