Un articolo del Corriere della Sera del 14 aprile 2019 dal titolo “Mangiare dolci alla cannabis è più pericoloso che fumarla” riporta uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine, nel quale si “dimostra che in Colorado, dove la cannabis è legale, ci sono stati più casi di intossicazione acuta, più disturbi psichiatrici e più problemi cardiovascolari in chi faceva uso di prodotti commestibili, rispetto a chi fumava cannabis”.
Lo studio al quale si riferisce il Corriere della Sera è visionabile qui ed è stato ripreso anche dal New York Times in questo articolo.
Il dubbio che solleva questo articolo è quello che anche in Italia si possano vendere prodotti alimentari simili a quelli venduti negli stati dove la cannabis per uso ricreativo è legale. Nell’articolo si legge che “In Italia sono sempre di più i negozi dove chiunque può acquistare cioccolato, biscotti, dolcetti, gomma da masticare, birra e ogni genere di prodotto a base di cannabis”, aggiungendo anche che il mercato alimentare a base di cannabis sia “un business in continua crescita e praticamente senza regole, fortemente sostenuto dall’idea che chi mangia o beve marijuana non avrà i danni di chi la fuma o ne aspira i vapori”.
Ma mettere a confronto i prodotti alimentari a base di cannabis venduti negli USA con quelli acquistabili in Italia, come ha fatto il Corriere della Sera, può essere fuorviante.
Infatti, a differenza degli alimenti a base di cannabis venduti negli Stati Uniti, dove la cannabis per uso ricreativo (con un livello di THC elevato) è stata legalizzata solo da 10 stati, i prodotti alimentari venduti in Italia non contengono THC o se ne contengono non superano mai il livello consentito dalla legge.
Molti degli alimenti sono derivati dai semi della Cannabis Sativa L. certificati dall’Unione Europea, che non i quali non contengono livelli THC tali da produrre un effetto psicoattivo. Olio, farina, pasta, biscotti, birra e tanti altri prodotti derivati dai semi di canapa e sono privi di THC o comunque ne contengono una quantità irrisoria, tale da non provocare nessun effetto psicotropo o controindicazione.
Sebbene non siano stati ancora fissati livelli massimi di THC negli alimenti a livello europeo, Il ministero della Salute, insieme a quello dello Sviluppo economico, ha presentato una bozza per definire il limite del quantitativo di THC che dovrebbe essere presente nei derivati alimentari della canapa.
I semi di canapa sono uno degli alimenti più completi e nutrienti. Infatti, contengono molte proteine, numerose vitamine e sono ricchi di omega 3 e omega 6.