Il 21 febbraio 2018, il fondatore di EasyJoint Luca Marola, aveva mostrato una busta con un chilogrammo di cannabis di fronte alle telecamere dello show televisivo Le Iene. Il giornalista che lo stava intervistando, gli aveva chiesto ironicamente se dovesse chiamare la polizia, ma Luca Marola aveva risposto che la polizia non avrebbe fatto niente. Il fondatore di EasyJoint aveva raccontato la storia dell’azienda e come aveva iniziato a vendere infiorescenze di cannabis legalmente. Il giorno seguente la messa in onda del programma TV, migliaia di persone si erano fiondate sul sito di EasyJoint per comprarne i prodotti e candidarsi per lavorare in azienda. Per la prima volta, l’opinione pubblica era venuta a conoscenza di come comprare la cannabis legalmente in Italia.
Il popolare successo di EasyJoint è stato il risultato dell’abilità di posizionarsi all’interno della caotica politica sulla cannabis in Italia. EasyJoint è stato uno dei primi a vendere cannabis legale in Italia e ha contribuito alla creazione di un mercato legale, che soddisferebbe una domanda di circa 4 milioni di consumatori di cannabis in Italia che ancora la acquistano dal mercato nero.
Secondo la Coldiretti, il boom della cannabis legale ha incrementato la coltivazione da 400 ettari nel 2013 a 4000 ettari nel 2018.
Negli ultimi anni, la politica sulla cannabis ha decriminalizzato l’uso personale delle infiorescenze e ha riconosciuto la differenziazione tra droghe leggere e pesanti. Grazie alla legge 242/2016, coltivare cannabis è legale a condizione che il livello di THC sia pari o inferiore allo 0,6%, mentre si possono vendere le infiorescenze a patto che il livello di THC si attesti allo 0,2%. Le infiorescenze possono essere vendute solo per uso tecnico. Quindi, in teoria, la cannabis legale non potrebbe essere fumata.
Per via di questo paradosso, la cannabis venduta da EasyJoint è legale, ma senza effetti psicotropi, tanto da essere ribattezzata “cannabis light”. La cannabis venduta illegalmente contiene un livello di THC medio che si aggira all’11%. Infatti, il solo effetto prodotto dalla cannabis light è rilassante, dato dall’effetto del cannabidiolo, conosciuto anche come CBD. Inoltre, non bisogna confondere al cannabis venduta da EasyJoint con quella usata per fini terapeutici rilasciata sotto prescrizione medica e che contiene un alto livello di THC.

Fonte: puntog-shop.com
Malgrado sia legale, la cannabis light non può essere venduta come prodotto per essere fumato. Questo non significa che sia illegale fumarla, ma i negozianti non possono venderla come prodotto da fumare; quindi la cannabis light viene venduta per uso tecnico per evitare responsabilità legali. Al tempo stesso però, i consumatori possono fumare la cannabis light perché contiene un livello di THC secondo i termini di legge.
Sin dall’anno scorso, centinaia di aziende e agricoltori hanno iniziato ad investire nel settore della canapa. In Italia sono stati aperti più di 350 negozi e grow shop in franchising. EasyJoint, per esempio, può contare su un network di circa 108 agricoltori di canapa e i suoi prodotti costano tra i 10 e i 34 euro. Le associazioni italiane di cannabis hanno affermato che circa 700 tra negozi e agricoltori sono coinvolti in questo mercato emergente.
Uno studio di fattibilità condotto dal ricercatore italiano Davide Fortin ha mostrato come il mercato della cannabis potrebbe generare un introito di almeno 44 milioni di euro all’anno e creare un’occupazione di quasi 1000 persone.
Sebbene la maggior parte dei consumatori della cannabis light sia adulti, i giovani consumatori continuano a prediligere la cannabis con un alto livello di THC . La criminalità organizzata guadagna circa 4 miliardi di euro all’anno solo per quanto riguarda la vendita di cannabis illegale.
Alla fine di maggio 2018, Il ministro dell’Agricoltura ha riconosciuto la produzione e il commercio delle infiorescenze della canapa. Si può coltivare la canapa senza autorizzazione a patto che il livello di THC sia tra lo 0,2% e lo 0,6%. In caso ci si trovi in presenza di cannabis con un livello di THC superiore allo 0,6%, la coltivazione potrà essere confiscata. Inoltre, gli agricoltori possono coltivare canapa usando soltanto semi certificati.
Secondo il vice ministro dell’Agricoltura Andrea Olivero “Si tratta di un provvedimento necessario per chiarire i possibili usi della canapa coltivata nell’ambito del florovivaismo in modo da attuare pienamente una buona legge e precisarne il suo campo di applicazione”, ma secondo l’associazione AssoCanapa, la circolare ministeriale non chiarirebbe i limiti di THC concernenti i prodotti alimentari e di cosmesi.
Articolo contenuto nel numero 136 dell’edizione inglese di Weed World magazine.
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Oramai sono in società con l’onorevole berlusconi abbiamo aperto un’azienda con la migliore Weed sul mercato weedwhord.