Secondo uno studio dell’University College London (UCL) condotto dal dott. Matt Wall e pubblicato sul Journal of Psychopharmacology, il cannabidiolo (CBD) potrebbe aiutare a ridurre gli effetti psicotici del delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e sarebbe utile per trattare le dipendenze e le psicosi.
Diciasette volontari che avevano trascorsi con la cannabis si sono sottoposti ad un esperimento che ha coinvolto l’utilizzo di tre varietà di cannabis. Ai volontari gli è stata somministrata una varietà di cannabis con una presenza di THC intorno agli 8 mg, una varietà di cannabis con una presenza di THC (8 mg) e CBD (10 mg) e una cannabis con effetto placebo.
I risultati hanno dimostrato che l’assunzione di cannabis nella quale era presente solo il THC è più dannosa rispetto all’assunzione di una varietà con la presenza sia di THC che di CBD.
Lo studio ha concluso che il THC danneggerebbe la connettività funzionale intrinseca (Default Mode Network , DMN), una rete neurale distribuita in diverse regioni corticali e sottocorticali. Le differenze individuali nella connettività tra queste aree è stata associata a sintomi psicopatologici in pazienti con disturbi mentali, quali schizofrenia, depressione, autismo e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).