Il 15 ottobre 2019 la Commissione Agricoltura ha svolto un’audizione con i rappresentanti di alcune associazioni del settore della canapa industriale.
A partecipare all’audizione della Commissione Agricoltura sono stati i rappresentanti di Assocanapa, Federcanapa e Canapa Cativa Italia, nell’ambito della discussione delle risoluzioni sulle iniziative concernenti l’uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa. Di seguito e in sintesi, i punti portati in commissione dalle associazioni audite.
Assocanapa
Assocanapa ha sottolineato come le incertezze legislative, i contrasti di tipo politico e la sentenza incerta del 30 maggio, abbia avuto come effetto che le infiorescenze di canapa e altri prodotti da esse derivati siano rimasti invenduti, con un conseguente grave danno economico. L’associazione, ha proposto una modifica del Testo Unico sugli stupefacenti al fine di rendenderlo più snello e avanzato, hanno chiesto chiarezza sulla materia attraverso una circolare interpretativa interministeriale e l’inserimento della canapa nella lista delle piante officinali.
Federcanapa
Il presidente di Federcanapa Beppe Croce ha ribadito che i canapicoltori italiani devono essere messi nelle condizioni di entrare nel mercato ed essere competitivi con gli altri Paesi europei. Secondo Beppe Croce infatti, non si riesce ad avviare la filiera industriale in questo settore perché la legislazione ha bisogno di alcune precisazioni. Una di questa è stabilire il limite di THC con il quale considerare la canapa una pianta industriale o una “pianta da droga”. Tra le proposte di Federcanapa, c’è la modifica della legge sulla filiera della canapa agroindustriale n. 242/2016, prevedendo qualsiasi parte della parte della pianta (comprese anche le infiorescenze) sia lecita ad essere coltivata senza autorizzazione. Inoltre, la Federazione dei canapicoltori chiede anche che sia riconosciuta la riproduzione delle varietà per via agamica, che si attuino gli investimenti annuali nel settore e che si innalzi il livello di THC dal 0.2% allo 0.3%.
Canapa Sativa Italia
Anche Mattia Cusani dell’associazione Canapa Sativa Italia, come gli altri rappresentanti delle associazioni di settore, ha evidenziato come le infiorescenze di canapa siano il prodotto che hanno dato il maggior apporto per lo sviluppo economico del settore, ma l’attuale vuoto normativo sta portando al collasso il mercato. Al fine di ricreare le condizioni favorevoli per la filiera e per il mercato, Canapa Sativa Italia propone la produzione e commercializzazione delle infiorescenze per uso florivivaistico, con un limite del THC fissato allo 0.5%, con limiti diversi a seconda dell’uso specifico del prodotto (florivivaistico, alimentare, cosmetico, ecc.). Secondo l’associazione, l’istituzione di un tavolo di filiera per il sostegno del settore a partire dall’analisi del comparto, incentiverebbe la sperimentazione di nuove varietà di canapa, registrando e commercializzando le infiorescenze di piante coltivate a propagazione agamica, poiché ci sarebbe un maggiore rispetto dei limiti, una facilitazione dei lavori di controllo delle forze dell’ordine e favorirebbe una competitività dei prodotti made in Italy creando un modello virtuoso di economia circolare.
Guarda il video integrale dell’audizione delle associazioni di settore presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati