Tra le proposte contenute nella risoluzione approvata dalla Commissione Agricoltura, c’è anche quella di inserire la canapa all’interno della lista delle piante officinali. Abbiamo chiesto all’avv. Giacomo Bulleri un parere su questa proposta.
Il 14 novembre, la Commissione Agricoltura della Camera, ha approvato una risoluzione sulle iniziative concernenti l’uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa.
Tra i punti principali della risoluzione consistono nel disciplinare la cessione della biomassa definire i limiti massimi dei livelli di THC all’interno degli alimenti e valutare la possibilità di stanziare specifiche risorse a favore della filiera.
Inoltre, tra le proposte contenute nella risoluzione approvata dalla Commissione Agricoltura, c’è anche quella di inserire la canapa all’interno della lista delle piante officinali. Abbiamo chiesto all’avv. Giacomo Bulleri, esperto nel settore della canapa industriale, un parere su questa proposta.
La canapa come pianta officinale
“Io credo che per l’agricoltore potrebbe essere importante l’inserimento della canapa come pianta officinale, poiché il suo inserimento potrebbe fornire all’agricoltore una serie di attività che può svolgere, tra cui una prima lavorazione e l’estrazione degli oli essenziali della canapa. Queste attività però, presuppongono investimenti”, ha commentato l’avv. Bulleri.
Il problema della destinazione d’uso
Includere la canapa all’interno della lista delle piante officinali cambierebbe poco, se non nulla, spiega Bulleri. “Poiché il decreto legislativo n. 75/2018 (testo unico in materia di coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali, ndr) riguarda la parte agricola delle piante officinale, questo consentirebbe all’agricoltore di fare una prima estrazione e una lavorazione al fine di ottenere gli oli essenziali”. Tuttavia, continua Bulleri, rimarrebbe il problema della vendita degli oli essenziali, in questo caso affidata all’erborista, che è il soggetto a cui è destinata la pianta officinale, perché, essendo limitata al consumo umano, dovrà sottostare ai limiti attualmente in vigore.
Un problema che deve essere risolto dall’Unione Europea e dall’ONU
Secondo Bulleri, bisognerebbe riformare la Lista BelFrIt, ( lista delle piante ammesse negli integratori, ndr), inserendo nell’elenco anche la canapa, perché altrimenti, non basterebbe inserire la canapa solo nell’elenco delle piante officinali. Per questo, secondo Bulleri, “la risoluzione di questo settore dovrà passare dall’ONU, che a marzo 2020 voterà la revisione della Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961. In quell’occasione vedremo se si toglieranno gli estratti dalla convenzione”.