Il servizio a domicilio offerto da JustMary cresce mese dopo mese, ma Google ha escluso la sua app dal Play Store.
Dentro a un ufficio di Milano c’è un armadietto che contiene tutto il mondo di JustMary, una startup nata a Milano meno di un anno fa che consegna cannabis light e prodotti CBD a domicilio. La società è stata fondata da Matteo Moretti ed Elio Viola. Con loro collaborano altre 3-4 persone che sono le gambe dell’azienda: anzi, le ruote, perché i driver consegnano in tutta Milano in sella a degli scooter.
Com’è nata l’idea di JustMary?
Matteo Moretti: Io mi occupo di finanza, sono trader per una società di Milano, il mio socio Elio Viola invece, è un avvocato. Ci siamo sempre occupati di società e startup. Lui era consulente e io socio di Winelivery (un’app per la consegna di alcolici a domicilio, ndr). Abbiamo usato quella esperienza e l’abbiamo portata sul mercato della cannabis. È un segmento dove se vendi qualità e servizio vieni premiato.Il servizio di consegna viene svolto dalle 18 alle 24. Non vogliamo essere il concorrente del tabaccaio perché puntiamo sulla qualità della merce e sul servizio. Il cliente è a casa, va sul sito e ordina. Tutto viene svolto in tranquillità e nel rispetto della privacy. Che tipo di clientela ordina su JustMary? È una clientela over 30 per l’80%, sia donne che uomini. Sono persone che acquistano cannabis light e prodotti CBD per rilassarsi, per problemi di insonnia o per staccare la spina da una giornata pesante. I prodotti più venduti sono le infiorescenze e i nostri principali fornitori sono Legal Weed, GreenToGo e The Weedzard.
I clienti possono ordinare dal vostro sito internet, ma all’inizio avevano anche la possibilità di scaricare la vostra app dagli store online di Google e Apple. Dopo qualche mese siete stati esclusi da entrambi gli store. Cosa è successo?
Elio Viola: Prima di realizzare le app e il sito, abbiamo svolto tutti i dovuti controlli legali per evitare problemi. In Italia c’è una legge che autorizza tutto questo e abbiamo dato incarico ad un informaticoper la realizzazione delle app sia per Android che per IOS. Queste app, in un primo momento sono state pubblicate sugli store di appartenenza, ma successivamente sono state sospese perché secondo Google e Apple erano contrarie alle norme relative agli stupefacenti e alle droghe illegali. Abbiamo fatto delle considerazioni a Google Play, ma non sono state ascoltate. Successivamente, abbiamo incardinato una vera e propria struttura stragiudiziale per farci pubblicare l’app, ma anche per fare in modo che ci venissero incontro su quelli che sono stati i danni materiali e d’immagine che abbiamo subito.
A che punto siete con l’azione legale?
Abbiamo fatto un’intimazione che non è stata ascoltata, successivamente abbiamo fatto una richiesta di citazione. Se Google non risponderà in merito, incardineremo una vera e propria causa contro Google Italia al Tribunale di Milano. Ci troviamo in Italia e non riusciamo a capacitarci del motivo di questa sospensione. I prodotti che vendiamo non li produciamo noi, sono prodotti da terzi e hanno tutte le autorizzazioni. Inoltre, gli stessi prodotti vengono venduti su Amazon e su altre app.
E cosa vi ha risposto Google?
Non abbiamo ricevuto una reale motivazione. In un primo momento, Google ha dichiarato che la nostra app avrebbe favorito l’uso di droga e andava a violare quelle che erano i termini e le condizioni previste da Google Play inerenti ad una particolare sezione relativa alle droghe. Questa affermazione ha creato di fatto una motivazione valida per avviare un’azione legale contro Google. Noi abbiamo tutte le motivazioni per andare avanti perché è stato un investimento e perché c’è stato un serio danno economico che ammonterebbe a 90-100 mila euro. La cosa grave è che Google Play ha comunque pubblicato la nostra app a settembre 2018. Per quanto riguarda Apple, non abbiamo ancora fatto nulla perché vogliamo procedere in maniera progressiva, non sobbarcandoci ulteriori spese legali. Inoltre, vogliamo prima sondare il terreno sulla reazione del nostro organo giudiziario italiano. Non ci sono degli elementi dubbi o degli elementi di incertezza. Loro hanno dichiarato il falso e noi andiamo avanti.
Al di là dell’assenza dagli store di Apple e Google, come stanno andando gli affari di JustMary?
Matteo Moretti: Siamo contenti. Tra settembre e dicembre 2018, abbiamo ricevuto 800 ordini. Da gennaio fino ad ora (febbraio 2019, ndr) ne abbiamo ricevuti 600. Stiamo lanciando una seconda campagna di crowdfunding. La prima è nata a settembre 2018 , dopo due settimane dal lancio della società. Abbiamo deciso di creare questa campagna per investire in marketing e crescere più rapidamente. Abbiamo dovuto usare mezzi non consoni al periodo storico. Essendo stati bloccati su Facebook, Instagram e Google, ricorriamo alla stampa, al volantinaggio e ai vecchi metodi di pubblicità che ancora funzionano. Siamo riusciti a raccogliere 72 mila euro su CrowdfundMe e abbiamo offerto il 7% delle equity.
Cosa ne pensate del mercato della cannabis light?
Il mercato della cannabis light è un mercato che, dal lato degli agricoltori potrebbe essere saturo, c’è davvero tanto prodotto. A noi ci contattano 3-4 produttori a settimana. Anche dal lato dei venditori, ci sono tanti negozi e il mercato è saturo, ma noi stiamo crescendo tanto, quindi vuol dire o che c’è poca qualità sul mercato o che o la gente punta ad un servizio come il nostro.
In cosa vi differenziate dagli altri?
La differenza sta nella qualità dei prodotti e nella privacy che offriamo. La gente è tranquilla e se ne sta a casa. Noi arriviamo entro 40 minuti da quando parte l’ordine, quindi è un servizio all’altezza di quello che offriamo e abbiamo una clientela che spende. È un segmento di clientela che vuole la sua privacy, se così non fosse, andrebbe in negozio. Purtroppo in Italia c’è ancora l’idea di persone che usano cannabis light non perché si vogliono rilassare, ma perché sono drogate. Abbiamo degli amici che grazie a questi prodotti hanno smesso di prendere lo Xanax e ci hanno detto che lo usano contro l’ansia e lo stress.
Articolo pubblicato sulla rivista cartacea di Weed World Italia del bimestre giugno/luglio 2019.
Immagine di copertina: JustMary
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