Alla riscoperta della pianta maschio della cannabis.
Femmina e maschio a confronto
Le piante di cannabis sono dioiche, ovvero sviluppano sia l’organo riproduttivo maschile, sia quello femminile. Le piante maschio producono il polline mentre quelle femmina no. Tuttavia, questa specie vegetale può comportarsi in modo anomalo. In determinate situazioni, le piante di sesso femminile possono diventare ermafrodite, cioè una sola pianta può sviluppare sia gli organi riproduttivi maschili che quelli femminili.
Le piante femmina tardano qualche giorno in più ad esprimere il loro sesso. Dagli abbozzi fiorali fuoriescono i pistilli. Quando crescono, si forma il calice e la struttura dell’infiorescenza. Le piante maschio, invece, sviluppano vere e propri grappoli che, una volta mature, rilasceranno il polline. Appaiono normalmente dopo una o due settimane dall’inizio della fase di fioritura. Quando hanno la possibilità di maturare, le infiorescenze maschili si aprono rilasciando il polline che andrà a fecondare le eventuali piante femmina coltivate nelle vicinanze.
L’utilità del maschio della cannabis
Sebbene la pianta femmina della cannabis sia di gran lunga la più privilegiata dagli agricoltori e dai breeder, la pianta maschio della cannabis può essere molto utile in diversi settori della cannabis.
Marcello Scarcella, è un agronomo che ha lavorato al Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. Lavora anche per l’azienda siciliana CanapaR dove si occupa di operazioni sperimentali nel campo delle tecniche agronomiche, dei sistemi colturali erbacei ed arborei, oltre ad essere un Esperto nella catena di fornitura per l’estrazione di principi attivi della canapa industriale.
“Dal punto di vista visivo, le piante maschio sono facilmente riconoscibili. Il maschio ha un ciclo più breve, va in fioritura almeno 15 giorni prima della pianta femmina. Anche gli abbozzi fiorali sono diversi da quelli delle piante femmina” spiega Marcello Scarcella.
“Le piante maschio sono più alte e più precoci di quelle femmine. Le infiorescenze della pianta maschio della cannabis sono a forma di pannocchia che si sviluppa prettamente nella parte apicale della pianta. La pianta maschio è geneticamente programmata per spargere il polline, quindi è generalmente più alta delle piante femmine e tende a portare i fiori al di sopra della copertura vegetale, in modo che avvenga una impollinazione anemofila”.
Il maschio nell’industria tessile
La struttura della pianta di canapa maschio è più favorevole dal punto dell’industria tessile della canapa. Come spiega Marcello Scarcella, la pianta maschio può quasi essere preferita alla pianta femmina perché è più alta, meno ramificata e ha meno interruzioni nelle fibre. Quindi, in un processo di ottenimento della fibra tessile di alta qualità che non viene interrotta dagli internodi, è una cosa positiva. Inoltre, maturando prima della pianta femmina, è più facile che la fibra si stacchi dal canapulo e viene lavorata più facilmente.
Il maschio è essenziale nella creazione di nuove varietà
Ma la più grande utilità della pianta di canapa maschio risiede nella sua indispensabilità a creare nuove varietà di canapa. Secondo l’agronomo di CanapaR, la pianta maschio, a livello di ottenimento di nuove cultivar è fondamentale. Quando si selezionano delle varietà, i figli sono prodotti da gameti maschili e da quelli femminili. Se si vuole ottenere una nuova varietà, ogni maschio è portatore di particolari geni. Quindi, se si fa una selezione per l’ottenimento di nuove varietà è importantissimo selezionare il maschio. Bisogna fare tante prove per trovare il maschio utile al fine di utilizzarlo per la creazione della varietà che si vuole ottenere. “Si fa un’analisi genetica e si vede se quella pianta con determinati geni, incrociandosi con una femmina, può produrre una progenie buona per lo scopo per cui viene selezionata” racconta Marcello Scarcella. “L’utilità del maschio risiede nel fatto che è portatore di geni. Per ottenere nuove cultivar è indispensabile che si selezionino più linee genetiche al fine di ottenere una ‘biodiversità’ delle varietà di canapa”.
I cannabinoidi nella pianta maschio
Come le infiorescenze femmina, anche quelle maschio contengono i cannabinoidi, sostanze chimiche di origine naturale presenti nella cannabis. “Anche nella pianta maschio sono presenti i cannabinoidi. I cannabinoidi si formano nei tricomi che si sviluppano principalmente sulle strutture fiorali e sulle foglie (in misura più ridotta). Sono presenti in piccole quantità rispetto ad una pianta femmina adulta e matura, che possiede cannabinoidi più concentrati all’interno delle infiorescenze” spiega Marcello Scarcella.
Repellente per insetti
Le piante di cannabis hanno varie difese naturali, tra cui i terpeni aromatici, che sono ottimi repellenti per insetti. Anche le piante maschio possono essere utili a tenere lontani gli insetti, senza l’uso di dannosi pesticidi. Infatti, come specifica Marcello Scarcella, Il profumo dei terpeni dipende dalla genetica, non dal fatto che sia maschio o femmina. Più matura è una foglia e meno terpeni si hanno perché i tricomi scoppiano e si disperdono.
Bevande alla cannabis
Il succo di cannabis è un’ottima fonte di nutrienti. Come abbiamo detto precedentemente, la pianta maschio contiene gli stessi cannabinoidi delle piante femmine, anche se in quantità minori. Ciò rende anche la pianta maschio ideale per la produzione del succo. Essendo ricco di cannabinoidi, sebbene in quantità inferiori ad una pianta femmina, si possono usare le nella preparazione di tè e infusi.
Hashish e altri concentrati
Infine, le piante maschio possono essere usate sia per produrre hashish, sia per burro di cannabis e altri concentrati. Nei maschi, la maggior parte della resina è situata nei sepali, una parte del calice del fiore della cannabis.
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