L’azienda MyJoy, in collaborazione con il Consorzio Nazionale Tutela Canapa, ha registrato la sua canapa come alimento per animali.
Secondo quanto riportato da un articolo del sito online Erba del Conte, l’accorgimento tecnico servirebbe a tutelare la qualità dei prodotti e a diminuire il pericolo che tali prodotti siano posti sotto sequestro dalle forze dell’ordine perché venduti per uso tecnico, florovivaistico e come prodotti da collezione. La commercializzazione della cannabis light infatti, non ha ancora trovato una collocazione esplicita e definitiva nel quadro legislativo riguardante la filiera della canapa e la sentenza del 30 maggio e gli attacchi politici su quello che è il mondo della canapa, ha messo a rischio un settore in crescita.
Cannabis come materia prima per uso animale
Registrare la cannabis light come alimento per animali domestici invece, offrirebbe tutele maggiori di un prodotto venduto per uso tecnico. Infatti, il quadro normativo sugli alimenti per animali domestici offre quelle tutele che il settore stava cercando ma che sta facendo fatica a trovare nella normativa sulla filiera della canapa. Secondo una circolare della Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari infatti, la canapa è inquadrata come materia prima per mangimi nelle forme pannello, olio, farina, fibra di canapa e la pianta intera e tutte le sue parti in stato fresco e trasformato. Per quanto riguarda il livello di THC, questo non deve superare il tetto massimo dello 0.2%. Il CBD e gli altri estratti di fitocannabinoidi non hanno invece le caratteristiche delle materie prime per mangimi e rientrano come additivi e il loro uso è vietato. Infatti, La canapa quindi, è una materia prima inserita nel Catalogo comunitario delle materie prime per mangimi (Reg UE 1017/2017) nelle sue forme: pannello, olio, farina e fibra di canapa.
Cannabis light e controllo della salubrità del prodotto
In un’intervista con Weed World, il cofondatore di MyJoy, Stefano Zanda, ha spiegato che il prodotto è stato registrato in Europa e quindi regolato da regolamenti europei e italiane. È vendibile in qualsiasi tipo di negozio. “Il livello di THC presente nel prodotto non deve superare la soglia dello 0.2%. Cambia anche la qualità del prodotto perché per la prima volta il fiore deve essere posto sotto controllo sulla salubrità, coltivato senza pesticidi e altre sostanze che potrebbero essere nocive. In aggiunta, bisogna farsi autorizzare dall’ASL per vendere questo tipo di prodotto registrato in questo modo perché è trattato come un vero e proprio prodotto alimentare”. Quindi, sebbene il limite del livello di THC non possa superare lo 0.2%, il controllo della qualità del fiore di canapa aumenta proprio perché destinato all’uso animale.
La funzione del Consorzio
“Abbiamo deciso di registrare i nostri prodotti con questa destinazione d’uso con il Consorzio Nazionale Tutela Canapa (Stefano Zanda è anche direttore generale del consorzio, ndr) per dare la possibilità a tutti quanti di adeguarsi a questo tipo di commercializzazione in modo tale che chiunque possa usufruire i servizi del Consorzio, anche perché qualsiasi agricoltore di qualsiasi tipo di prodotto si rivolge ad un consorzio agricolo. Vendere un prodotto tutelato da leggi europee e italiane è un passo avanti enorme. Ad oggi non ci sono altri modi per registrare il fiore e metterlo in commercio. Lo scopo è quello di salvaguardare i negozi e il mercato in attesa di un intervento legislativo”.
Anche Canapa Montana e altre aziende hanno registrato i loro prodotti come alimento per animali domestici.