Il governo dei Paesi Bassi ha deciso di riaprire i coffee-shop. Domenica scorsa ne aveva decretato la chiusura a causa dell’emergenza del coronavirus. Ecco perché.
A seguito della chiusura dei coffee-shop a causa dell’emergenza del coronavirus, si erano create lunghe file d’attesa per acquistare cannabis. Tuttavia, il governo dei Paesi Bassi ha deciso di riaprirli solo per offrire un servizio d’asporto (take away). I clienti potranno quindi recarsi presso i coffee-shop per acquistare i prodotti a base di cannabis ma non potranno consumarli all’interno dei locali.
Lo ha deciso il governo olandese a margine di un incontro sull’emergenza del coronavirus svoltosi lunedì 16 marzo. Il giorno prima, domenica 15 marzo, aveva dichiarato la chiusura di tutte le attività a fronte dell’emergenza del coronavirus. Tra gli esercizi commerciali erano elencati anche i coffeeshop di tutto il Paese. Lo stesso giorno infatti, si erano create file davanti ai coffee-shop per acquistare cannabis prima che chiudessero.
Allo stesso tempo però, gli spacciatori hanno iniziato la loro attività di vendita illegale di cannabis sin da quando si sono formate le file davanti ai coffee-shop. Quindi, per evitare che il mercato nero prendesse il sopravvento, il governo dei Paesi Bassi ha deciso di autorizzare la vendita d’asporto dei prodotti a base di cannabis.
Bisogna ricordare che la cannabis non è legale nei Paesi Bassi. Vige una politica di tolleranza: questo significa che solo i coffeeshop possono vendere i prodotti a base di cannabis. Nonostante questa politica di tolleranza però, il mercato illegale della cannabis continua la sua attività, spesso vendendo i prodotti con un prezzo minore rispetto a quello dei coffee-shop che devono pagare le tasse sul venduto.
Secondo il sito online statista.com, nei Paesi Bassi erano presenti 567 coffee shop nel 2017. La maggior parte ad Amsterdam.
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