Il Rapporto Italia 2020 pubblicato da Eurispes dedica un capitolo alla canapa italiana, evidenziando il paradosso normativo relativo di questa filiera e invitando le istituzione ad investire nel settore.
L’Eurispes, l’ente privato italiano che si occupa di studi politici, economici e sociali, ha pubblicato il Rapporto Italia 2020 e ha dedicato un capitolo del documento alla filiera della canapa italiana. Il rapporto rileva l’importanza della canapa in Italia descrivendola come una coltura estremamente versatile e redditizia, della quale si è persa la memoria a causa della competizione subita con altre materie prime sintetiche e a causa delle politiche proibizioniste cominciate dal secondo dopoguerra.
La canapa infatti, offre numerose opportunità d’impiego in diversi settori, come quello della bioedilizia, dell’industria tessile e di quella cosmetica, Ma è utile anche nella produzione di bioplastiche e nel settore agroalimentare.
I numeri della canapa in Italia
Dopo aver analizzato gli aspetti normativi della filiera di canapa e l’incertezza legislativa dovuta dalla non chiara interpretazione della legge n.242/2016, l’Eurispes fornisce dati interessanti sulle potenzialità della filiera della canapa in Italia. Infatti, le superfici coltivate a canapa in Italia erano passate da 950 ai quasi 4.000 ettari nell’ultimo triennio (CIA e Coldiretti) ed erano nate 800 partite Iva agricole specializzate, 1.500 nuove aziende di trasformazione e distribuzione, e 1.000 attività commerciali. La filiera della canapa ha dato lavoro anche a 10.000 addetti e ha portato un fatturato di 150 milioni di euro nel 2018.
Secondo i dati forniti dal Consorzio Nazionale della Canapa e riportati dal rapporto dell’Eurispes, il potenziale giro d’affari della filiera Italia sarebbe arrivato a a 6-7 miliardi nel 2021 e a 28 miliardi a livello europeo. Secondo l’Aical (Associazione Italiana Cannabis Light), il 90% del fatturato dei cannabis shop (o growshop) arriva dalla commercializzazione di infiorescenze e oli, prodotti da cui dipende la sostenibilità di queste attività. Allo stesso tempo però, sono questi prodotti che sono danneggiati maggiormente dall’incertezza normativa vigente. Nonostante le diverse sentenze dei tribunali italiani, il Parlamento non ha ancora fatto chiarezza su questo punto.
Legalizzazione della cannabis = maggiori introiti fiscali
Proseguendo con la lettura del capitolo dedicato alla filiera della canapa in Italia, l’Eurispes spiega il vantaggio economico della legalizzazione. Infatti, dove la cannabis è legale, gli introiti fiscali sono notevolmente aumentati. E porta come esempio proprio la legalizzazione negli USA: “I profitti degli Stati Usa che hanno autorizzato la legalizzazione hanno dunque visto una rendita che ha raccolto circa un miliardo di dollari Usa nel solo 2018, con un aumento del 57% degli introiti fiscali rispetto al 2017, dovuto, tra altre cose, proprio all’inizio delle vendite liberalizzate in California ed alla rapida crescita in altri Stati come Alaska, Colorado, Nevada, Washington ed Oregon”.
La ripresa della filiera della canapa
Focalizzandosi sul contesto italiano, il rapporto dell’Eurispes sulla canapa pone l’accento sula ripresa dell’attenzione a questa filiera che ha avuto come risultato l’aver generato un’aumento degli ettari coltivati, grazie alla legge sulla filiera agroindustriale della canapa del 2016.
Tuttavia, l’accostamento della canapa a mera sostanza stupefacente non deve distogliere lo sguardo dal fatto che le potenzialità del settore della canapa potrebbero permettere all’Italia e all’Europa di superare grandi potenze della filiera internazionale, come quella della Cina.
Canapa Made in Italy
Infine, il rapporto Eurispes sulla canapa invita le Istituzioni ad investire in questa filiera, “attraendo gli investimenti esteri e aiutando le aziende italiane a crescere e sviluppare una filiera della canapa e derivati Made in Italy, che potrebbero primeggiare a livello mondiale in tutti i settori”.
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