Nel dicembre 2018 il governo statunitense ha legalizzato la canapa, unendosi a Cina, Francia, Gran Bretagna e alla maggior parte dei Paesi sviluppati nel riconoscere che la canapa non è una droga.
Articolo scritto da Mark Goldfogel
Articolo pubblicato sulla rivista cartacea di Weed World Italia del bimestre giugno/luglio 2019 con il titolo: “Canapa legale e come capitalizzarla”
A questo punto, quali sono i campi da esplorare per gli imprenditori in cerca di fortuna? Per capire meglio il potenziale in termini di profitti, è importante conoscere i pregi e i possibili usi della pianta. Steven DeAngelo, fondatore di Harborside Health Center, aveva consigliato a molti leader del settore già nel 2010 di smettere di usare il termine marijuana e fare riferimento alla pianta come cannabis. A suo parere, il termine marijuana è razzistico, dispregiativo e limitante per quanto riguarda la comprensione della pianta e del suo potenziale da parte del pubblico. A quel tempo, avevo puntualizzato che l’uso del termine cannabis nel nostro settore avrebbe creato confusione nel pubblico tra la versione THC della pianta, denominata cannabis (o marijuana in senso dispregiativo), e la versione priva di THC, nota anche come canapa.
È fondamentale comprendere che con “canapa” si intende qualsiasi versione della pianta di cannabis contenente lo 0,3% o una quantità inferiore di THC (delta-9-tetraidrocannabinolo). Solo la pianta femmina produce le infiorescenze necessarie per tre delle quattro categorie industriali della pianta. Sia la canapa, sia le varietà di cannabis possono essere maschio e femmina. La canapa non è la versione maschile della pianta. Una pianta di canapa femmina può non solo mutare in un maschio (ermafrodita), ma può anche incrementare il contenuto di THC oltre lo 0,3%; a quel punto non rientra più nella proposta di legge americana denominata Farm Bill, che ha legalizzato la canapa ma non la cannabis.
Quindi, piuttosto che pensare alla cannabis come a un’unica pianta, è più opportuno considerarne i quattro gruppi industriali, cioè le quattro F, come le ho definite io: Food, Fiber, Fuel e Feelings [alimentari, fibre, carburante ed effetto psicotropo]. Fino ad oggi, la maggior parte dei media, l’attenzione del governo, il fervore delle mamme tradizionaliste e le attività “dot.com”, si sono concentrati sulla quarta categoria, per cui partirò proprio da lì.
Feelings
La categoria Feelings della cannabis è quella su cui il governo ha più da dire, oltre a costituire il settore con i profitti e i rischi maggiori. La categoria Feelings di questa pianta si può suddividere in due sottocategorie: quella della versione THC psicotropa per uso medico, che sta fruttando miliardi in 33 Stati e nel District of Columbia, e quella della versione CBD non psicotropa (THC allo 0,3% o inferiore). La versione CBD ha recentemente ottenuto una licenza farmaceutica (GW Pharmaceuticals) per l’utilizzo sui bambini affetti da convulsioni. In effetti, si può pensare al CBD come a una birra analcolica. Gusto, aroma e applicazioni possono essere le stesse per le versioni THC o CBD. L’unica differenza è che il CBD non rende euforici, ma, secondo la Food and Drug Administration americana, arresta effettivamente le convulsioni nei bambini.
Uno dei molti paradossi di questo settore è che il governo americano detiene il brevetto della Cannabis quale prodotto medicinale. Tuttavia, lo stesso governo ha continuato a proclamare, fino a luglio di quest’anno, che la cannabis è molto pericolosa e quindi classificata come droga di livello 1, “attualmente non accettata per uso medico e con un elevato potenziale d’abuso”.
Con l’approvazione assegnata dalla Food and Drug Administration (FDA) a GW Pharmaceuticals per l’Epidiolex, il governo americano ha retrocesso la versione non-THC della pianta al livello 5, consentendo di fatto a G.W. Pharmaceuticals di far pagare 32.500 dollari all’anno per un farmaco legalmente disponibile come nutraceutico in molti Stati e online a livello nazionale a un costo di circa 1.200 dollari all’anno, considerando il dosaggio corrispondente.
Secondo Tim Broeren, presidente di Wasu.US, che realizza prodotti CBD a spettro completo: “Molti dei nostri clienti assumono da 40 mg a 100 mg di CBD al giorno con un costo al dettaglio pari a 100-190 dollari al mese (da 1.200 a 2.300 dollari all’anno).“Noi desideriamo che tutti possano avere accesso a questo efficace composto e che i risultati ottenuti diventino di dominio pubblico”.
I sostenitori del Farm Bill proclamano che il CBD derivato dalla canapa ora sia completamente legale. La FDA ha un punto di vista diverso: secondo Steven Gottlieb, a capo della FDA: “La vendita di prodotti non approvati, con indicazioni terapeutiche non comprovate, non solo costituisce una violazione della legge, ma può anche esporre a rischio i pazienti, dal momento che non ci sono prove esaurienti rigurdanti la sicurezza e l’efficacia”.
Nonostante queste premesse, la vendita dell’olio estratto dall’infiorescenza della cannabis garantisce attualmente il maggiore potenziale di profitto nel settore.
I 33 Stati che hanno legalizzato la cannabis medica hanno emanato leggi su iniziativa statale, prevalentemente in materia di “Tracciamento dal seme alla vendita”, un modello che io per primo avevo proposto allo Stato del Colorado nel 2010. Il programma a conduzione statale vieta il traffico tra Stati e richiede che ciascuno Stato mantenga impianti separati di coltivazione, produzione e distribuzione. Alcuni Stati prevedono anche limitazioni riguardo alla proprietà di imprese in un altro Stato. Inoltre, le imprese del settore che si occupano di cannabis sono soggette al Codice fiscale IRS 280E, che limita le detrazioni al costo delle merci vendute nel caso della cannabis di livello 1.
Se sono un assassino professionista, posso detrarre le spese di viaggio, quelle sanitarie e il tempo trascorso al poligono di tiro per la mia attività illegale, ma quale dispensario di cannabis con tanto di licenza non posso detrarre il canone d’affitto, la busta paga o i costi di ricerca e sviluppo. Quindi, nulla se non il costo della caramella arricchita con THC, del concentrato o dell’infiorescenza stessa. È importante comprendere che il Farm Bill non ha legalizzato la marijuana, ovvero la versione della pianta contenente THC, ma sono convinto che sia previsto un futuro annuncio in tal senso.
Di certo il Safe Access to Banking Bill [Proposta di legge sull’accesso sicuro ai servizi bancari] supererà facilmente il vaglio del governo, ora che né Jeff Sessions né Pete Sessions sono là per ostacolare questa norma di buon senso.
Sono orgoglioso di aver partecipato a The Fourth Corner Credit Union [cooperativa di credito], che ha avuto un’influenza diretta sulla norma in questione. Si tratta di un esempio fenomenale di come questo settore stia emergendo ed è importante che gli investitori ne tengano conto.
Per quanto riguarda il CBD, i pazienti notano e riferiscono i risultati sorprendenti di questa sostanza nella cura dei disturbi legati a sonno, ansietà, dolori di stomaco, autismo e molto altro ancora. Tuttavia, senza test approvati dal governo non è possibile avanzare rivendicazioni in merito alla pianta, all’interno della categoria Feelings. Quindi, chi opera in questo ambito ha un potenziale di profitto elevato ma è anche soggetto a enormi rischi.
Le società che trattano CBD stanno spuntando come funghi per trarre profitto della nicchia di prodotti arricchiti con CBD, non psicotropi e non regolati a livello statale, che vanno dagli orsetti gommosi ai balsami per il bagno. Le spedizioni intrastatali e internazionali proseguono senza freni. Sarà interessante vedere se il governo imporrà il proprio dominio su quelle che sembrano essere sostanze innocue.
Christie Lunsford di The Hemp Biz Conference ha condiviso così la propria esperienza: “Dal 2012 al 2013 ho seguito oltre 150 persone che assumevano quotidianamente CBD derivato dalla canapa per una serie di disturbi di salute. I riscontri ottenuti sono stati positivi per la stragrande maggioranza di loro: i prodotti a base di CBD sembravano avere un notevole impatto sul senso di benessere complessivo. Tuttavia, per garantire ai consumatori la qualità dei prodotti, le società che producono CBD devono comprendere il nuovo terreno di gioco offerto dal mercato regolamentato e seguire le linee guida fissate dalla FDA”.
Ora è venuto il momento di fare luce sulle altre tre categorie di cannabis. Food, Fiber e Fuel.
Ognuna di questa categorie dispone del potenziale necessario a eclissare la categoria Feelings. Ognuna è stata incontestabilmente legalizzata dal Farm Bill. Inoltre, si tratta di categorie nel settore della cannabis non soggette al Codice IRS 280E. I prodotti coltivati e realizzati in tale ambito possono essere spediti verso qualsiasi Stato e Paese del mondo, se accettati.
Secondo Mark Mason, un tipo tosto annoverato tra i maggiori avvocati esperti di cannabis, che ha condotto la causa contro la Federal Reserve americana per conto dell’industria della cannabis: “Non ci sono test sulle droghe, in quanto le piante non contengono THC e sono utilizzate per scopi industriali.
Alcuni laboratori forensi appartenenti all’Autorità giudiziaria hanno posto un termine alla certificazione della cannabis e ai programmi di test a campione o sul campo a motivo della legalizzazione della canapa industriale, dal momento che con i test suddetti non è possibile distinguerla dalla cannabis con alto THC. La distinzione tra i due prodotti costituisce una nuova sfida per l’autorità giudiziaria, che ha la necessità di sviluppare un nuovo test sul campo al fine di analizzare il materiale vegetale e il livello di THC, riuscendo così a differenziare la canapa industriale dalla cannabis con alto THC.
L’autorità giudiziaria è impegnata ad affrontare la questione ‘tempestivamente, per quanto consentito dalle risorse a disposizione’, mentre gli avvocati che supportano la legalizzazione si danno da fare per riformare le leggi sulla cannabis con alto THC, in modo da rendere giuridicamente inutile la sua distinzione con la canapa industriale.
Food
La canapa è un superfood. A differenza della cannabis con THC e dei prodotti CBD, i benefici derivano dal seme e non dall’infiorescenza. Paradossalmente, se si lascia che i fiori si trasformino in semi attraverso la fertilizzazione (intenzionale o meno), questi diventano inutili come olio per la categoria Feelings. Tutta l’energia va nella produzione dei semi, non cannabinoidi, che perdono potenza nell’intento di generare proteine.
Una porzione da 100 grammi di semi di canapa decorticati fornisce 586 calorie. I semi contengono il 5% di acqua, il 5% di carboidrati, il 49% di grassi totali e il 31% di proteine. I semi di canapa sono degni di nota in quanto apportano il 64% del valore giornaliero (DV) di proteine con una porzione da 100 grammi.[20] Sono ricchi di fibre alimentari (20% DV), vitamine del gruppo B e minerali alimentari come manganese (362% DV), fosforo (236% DV), magnesio (197% DV), zinco (104% DV) e ferro (61% DV). Circa il 73% dell’energia contenuta nel seme di canapa si presenta in forma di grassi e acidi grassi essenziali, in gran parte acidi grassi polinsaturi, acido linoleico, oleico e alfa-linoleico.
La canapa è stata prevalentemente assente dalla dieta americana, in quanto, senza impianti di coltivazione e trasformazione locali, non è una forma economicamente vantaggiosa di distribuzione delle proteine.
Con il Farm Bill la situazione è cambiata. La canapa è una fonte di proteine migliore rispetto alla soia e molto più rispettosa dell’ambiente. L’approvazione del Farm Bill consentirà di aggiungere la canapa alle colture a rotazione in milioni di acri, con un’introduzione virtualmente immediata. Si creeranno, così, nuove opportunità in fatto di attrezzature destinate alla raccolta e alla trasformazione.
La coltivazione e la raccolta di milioni di tonnellate di canapa richiederà un incremento notevole delle capacità di trasformazione. Per la trasformazione dei semi di canapa in farina, ad esempio cereali per la colazione, sono necessari appositi impianti. Mentre alcuni impianti di trasformazione potranno essere riadattati per soddisfare le richieste, le conoscenze e le competenze riguardanti la trasformazione della canapa per uso alimentare sono andate perdute negli Stati Uniti nel 1937, ma non nel resto del mondo. I primi promotori come Hemp Way Foods ne stanno traendo vantaggio, dal momento che i consumatori attenti alla propria salute sono alla ricerca di alimenti alternativi ad alto contenuto di proteine e privi di glutine.
Carla Boyd, CEO di Hemp Way Foods mi ha spiegato che “in questo modo si aprono le porte a molte opportunità per Hemp Way Foods: i venditori si sentono sicuri nell’offrire prodotti alimentari a base di canapa e lo stesso vale per i clienti, perché possono acquistare un prodotto agricolo legalmente riconosciuto a livello federale, senza contare le maggiori opzioni di finanziamento/investimento per i piccoli imprenditori nel settore della canapa”, aggiungendo che “istruire il pubblico è un aspetto essenziale per ampliare questo genere di attività”.
Se in una grande piantagione di semi di canapa per uso alimentare si fertilizzano i fiori per favorire la produzione di semi, le piante coltivate sottovento, per produrre le infiorescenze, rischiano di essere impollinate e non poter essere più utilizzate per tale scopo. Non possiamo controllare il vento né le piante di cannabis maschio, che cercano di accoppiarsi con tutti i fiori che trovano.
E di nuovo vale la pena di ricordare che le femmine possono mutare in ermafroditi. Non è un grosso problema se si coltivano piante da seme, ma è disastroso per la produzione di cannabis. Prevedo che le località dove sono stati effettuati notevoli investimenti nella produzione di cannabis vieteranno la coltivazione di canapa industriale. Chi tratta coltivazioni indoor farà meglio a potenziare i filtri di ventilazione. Il polline viaggia attraversando i confini geografici e persino quelli statali. Questo è uno dei maggiori rischi trascurati che si prospettano all’orizzonte.
“La deriva genetica è una questione dibattuta nel mondo agricolo e parlare di cannabis serve solo ad attizzare il fuoco. Esistono, però, alcuni modelli di ricerca sensati che possono contribuire a risolvere il problema prima che si aggravi.
Anche presumendo un’implementazione tempestiva dei programmi in oggetto, dobbiamo comunque riconoscere il rischio che potrebbe derivare da una politica frammentata, protezionistica (e potenzialmente illegale), portata avanti dalle giurisdizioni locali. Ne sarebbero colpiti gli operatori già attivi nel settore e quelli che vi si butteranno a capofitto grazie all’approvazione del Farm Bill” dice Tom Dermody, Vicepresidente Operations presso Bija Hemp LLC.
Uno dei benefici del Farm Bill è che i coltivatori di canapa ora potranno richiedere l’assicurazione. Questo prima non era possibile e costituiva un ostacolo a eventuali test sponsorizzati dal governo o ai prestiti concessi dalle banche per le coltivazioni. In assenza di questo supporto infrastrutturale, la coltivazione della canapa risultava semplicemente insostenibile.
Fuel
Vi ricordate quando la benzina costava 4 dollari al gallone e la gente se ne andava in giro su autobus a biodiesel che puzzavano di patatine fritte? La canapa può produrre due tipi di carburante: biodiesel ed etanolo/metanolo. La canapa si è dimostrata la coltura più efficiente e preziosa per la produzione di carburante tra quelle coltivabili su scala mondiale.
Ora che la canapa può essere oggetto di una produzione industriale come coltura a rotazione, crescendo su terreni non utilizzabili per le colture tradizionali o da risanare, l’accesso al materiale grezzo potrebbe ridurre il costo del carburante al gallone, facendone un possibile additivo.
Fiber
Ho riservato intenzionalmente la parte migliore per il finale. Quella delle fibre è la meno interessante, politicizzata, controversa e vantaggiosa per volume tra le quattro categorie citate, ma è certo che sorpasserà tutte le altre messe insieme. Ricorderete la famosa frase del film Il laureato “Il futuro è nella plastica”. Bene, quasi tutti gli oggetti di plastica possono essere realizzati con la canapa, che è anche biodegradabile. Pensiamo alle corde e ai prodotti in fibra tradizionali. Come fibra, la canapa batte decisamente il cotone. La Cina è destinata a detenere il segmento delle fibre tessili derivate dalla canapa, ma esistono milioni di usi per le fibre, che il genio degli imprenditori deve solo applicare alla sostanza più durevole, biodegradabile e rinnovabile del mondo.
Consideriamo le carrozzerie delle auto, i pannelli per l’edilizia, la carta, le camicie, le scarpe e gli snack. Con la canapa si può ottenere lo snack e la relativa confezione. La canapa ha più utilizzi del “thneed” del Dr. Seuss: “Qualcosa di bello di cui tutti hanno bisogno”, secondo Lorax. [“Lorax, il guardiano della foresta”, libro per bambini scritto dal dr. Seuss]. La canapa è una delle sostanze naturali più durevoli e robuste della terra. Può essere utilizzata per eliminare le tossine dal terreno e pacciamata per ottenere lettiere per animali.
La caratteristica migliore della categoria Fiber è la sua complementarità rispetto a qualsiasi altro settore industriale. Con gli steli fibrosi è anche possibile realizzare un riparo accogliente per sé o per il proprio cavallo. Una volta utilizzate le infiorescenze o i semi, il rimanente 90% e oltre della pianta costituisce una fonte di fibre. Naturalmente, i dati variano in base alle varietà e non tutte le fibre sono generate allo stesso modo, ma nessun’altra pianta industriale vanta così tante applicazioni considerandone l’utilizzo globale. Senza parlare dei possibili impieghi delle radici.
Ricapitolando e concludendo…
Gli usi industriali e le opportunità offerte dalla cannabis sono infinite e si possono suddividere in quattro categorie: Food, Fiber, Fuel e Feelings. Ogni settore industriale richiede specifiche attività di coltivazione, trasformazione, distribuzione e attività collaterali. Soltanto la categoria Feelings include l’infiorescenza della pianta ed è in grado di dare un effetto psicotropo, ma al tempo stesso è in grado di essere usata nella medicina. E la versione che arresta le convulsioni non dà euforia.
Ci sono migliaia di varietà di cannabis per ibridare la pianta e la pianta stessa è soggetta ad ampie variazioni e può crescere in molti climi differenti. La legalizzazione della canapa negli Stati Uniti è destinata a influenzare praticamente tutti i settori industriali nei vari stati e cambiare il mondo.
Secondo Bob Hogan, uno dei maggiori avvocati esperti di cannabis: “L’approvazione del Farm Bill, che include la legalizzazione completa della canapa industriale, fa di questa pianta un normale prodotto agricolo in tutti gli Stati Uniti. Si tratta di un cambiamento epocale nella politica statunitense in materia di cannabis. Il fatto ancora più notevole, tuttavia, è che si annuncia una rivoluzione globale per la canapa, potenzialmente più significativa della Rivoluzione industriale ma senza le sue disastrose conseguenze per l’ambiente”.
Una delle maggiori difficoltà del settore riguarderà l’ambito della trasformazione.
Occorrerà certo meno tempo per coltivare la canapa rispetto a quello richiesto per costruire fabbriche che trasformino il materiale in una forma utilizzabile, e ne servirà ancora di più ai produttori per sostituire le precedenti fonti di fibre o proteine con la canapa. La trasformazione, tuttavia, avverrà e le industrie si rivolgeranno alla canapa grazie ai benefici offerti in termini di ambiente, flessibilità e costi. Dopo aver detto tutto questo, forse la maggiore opportunità per gli imprenditori nel settore della cannabis riguarda le attività accessorie. Io stesso ho contribuito a fondare quattro società in questo settore dal 2010 e tutte si occupavano di attività accessorie. Una di esse è stata recentemente valutata 70 milioni di dollari, nonostante faccia praticamente tutto in modo sbagliato.
Sul versante della cannabis, le attività accessorie non sono soggette alle restrizioni del Codice IRS 280E, a meno che non trattino le piante. Non esistono limitazioni nemmeno per il commercio intrastatale o internazionale.
Sul versante della canapa, le opportunità per le attività accessorie non potrebbero essere migliori. A differenza della cannabis ad uso ricreativo, che è stata caratterizzata da un fiorente mercato sotterraneo durante l’intero periodo del divieto, l’industria della canapa negli Stati Uniti è rimasta inattiva.
Tutto ciò che riguarda la coltivazione e la trasformazione della canapa e i relativi prodotti derivati deve essere oggetto di un apposito sviluppo, tenendo conto delle idiosincrasie legate alle varietà e alle applicazioni specifiche.
Per esempio, le attrezzature utilizzate per il raccolto dai produttori di semi saranno diverse rispetto a quelle impiegate per l’olio di CBD. Assicurazioni, licenze, test, servizi bancari e imballaggi avranno tutti una connotazione specifica.
Anche le leggi saranno differenziate in base al segmento industriale coperto. Ovviamente, i requisiti riguardanti i test sugli integratori alimentari saranno diversi rispetto a quelli previsti per i sellini delle biciclette. Tuttavia, ambedue i prodotti presentano particolari necessità e richiederanno, quindi, aziende in grado di soddisfarle.
Tutto questo mi fa sentire particolarmente elettrizzato. Come in uno dei momenti d’ispirazione alla Forrest Gump: “basta tracciare il percorso dal seme alla vendita e si otterranno il controllo della diversione, la salute e la sicurezza umana nonché entrate fiscali”. Oggi quel sistema è il meccanismo più complicato per il controllo degli inventari in qualsiasi settore industriale. Un cavallo da corsa, che la commissione governativa ha trasformato in un cammello. Tuttavia, ciò ha consentito a garantire al mio cane il farmaco al CBD utile alla sua anca… ma non ditelo alla FDA.
Sull’Autore
Mark Goldfogel è un imprenditore, consulente, scrittore e speaker. È riconosciuto come primo proponente del cosiddetto “Seed to Sale Tracking” [Tracciamento dal seme alla vendita] come mezzo per il controllo della diversione, per la tassazione, la salute e la sicurezza umana nello Stato del Colorado. È stato co-fondatore del primo sistema di controllo della compliance in materia di inventari nel settore della cannabis e principale consulente di The Fourth Corner Credit Union, istituto finanziario con il diritto di offrire servizi bancari a supporto del “Hemp and Cannabis Movement” [Movimento cannabis e canapa]. Ha lavorato come consulente per vari Stati, società esterne che desideravano introdursi nel settore e startup, spiegando loro come trarre vantaggio dalle opportunità ed evitare gli intoppi delle nascenti industrie della cannabis.
Se desiderate ricevere in omaggio una copia gratuita del suo libro “Smoking Something, The Cannabis Paradox” (Amazon 24,20 dollari), inviate una e-mail a [email protected].
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